Prg, lettera aperta dell’architetto Ignazio Gallo. “La politica è l’unico vero attore”
SCIACCA. In merito all’attuale tema del Piano Regolatore Generale, riceviamo un contributo al dibattito in corso, e seguito dalla nostra testata giornalistica, da parte dell’architetto Ignazio Gallo. Contributo che volentieri pubblichiamo e del quale ringraziamo l’architetto.
Gentilissimo Direttore, mi consenta di poter esprime qualche considerazione tecnica in merito alla questioni rilevate e diffuse in questi giorni sull’approvando PRG, con l’obiettivo di dare un proprio contributo e fare chiarezza sulle mere e possibili procedure da poter perseguire nell’interesse della collettività.
Premesso che, pur essendo un modesto libero professionista che opera nell’hinterland di Sciacca, ho l’onore di vantarmi del riconoscimento ottenuto dal “Consiglio Regionale degli Architetti PPC di Sicilia” per la “nomination ricevuta” per la terna fornita all’ARTA (Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente) al fine di rinnovare, ai sensi della ex LR 71/78, l’attuale CRU “Consiglio Regionale dell’Urbanistica”, che dà atto al mio modesto bagaglio culturale che voglio condividere con la mia città.
In primo luogo, occorre fare una riflessione sulla incompatibilità degli uffici, che raramente si materializza sulle questioni endoprocedurale per il solo e semplice fatto che il tecnico o i tecnici dell’ufficio sono dei locali, anche perché, se ciò trova applicabilità, significa che l’odierno approvando PRG risulta essere già viziato per via della relazione e osservazioni già depositate a firma dell’Arch. Giuseppe Bivona n.q. di Dirigente del Comune di Sciacca nella fase di adozione del PRG nel 2015 che nella fase di redazione dello stesso PRG che vede il nominativo dell’arch. Alberto Piazza tra la compagine dei progettisti redattori del piano. Non di meno, tale morbosa ricerca della incompatibilità degli uffici, a questo punto, evidenza un baco legislativo nell’imminente per la costituzione dell’Ufficio di Piano previsto in ogni Comune della Sicilia per via dalla recentemente LR 18/2020 sull’Urbanistica.
Secondo poi, si ritiene necessario avviare una richiesta di sospensione dei termini per il deposito delle controdeduzioni per via della necessità di chiarimenti sulle indicazioni inoltrate dal CRU, perché dalle indicazioni emanate dal CRU si rilevano delle incongruenze e/o delle incoerenze sulle delle questioni, tra le quali le diverse aree che ricaderanno in zona “E – verde agricolo”, pur avendo in precedenza un’altra destinazione del tipo strategico per lo sviluppo del territorio in tema Turistico, sia per il Piano Comprensoriale n°6 che dal successivo Piano stralciato fornito e calato dall’Assessorato del Turismo negli anni ’70”.
Iinfatti, ciò, ad esempio, va in controtendenza al parere positivo reso in risposta alle osservazioni di carattere generale presentate dall’ex Consigliere Comunale “Anna Collica” (vedi osservazioni al n°45 punto 5) che alla richiesta di “ripristinare gli indici edificatori delle aree già disciplinate dal P.C. n°6 al fine di garantire i diritti acquisiti e di evitare contenziosi legali con risarcimento dei danni a sfavore delle casse comunali (vedi località San Marco, Carbone, etc.)” si vede l’accoglimento sia dai Progettisti che dal CRU. Ragion per cui, queste aree sono bianche o nere ?
Ecco che la richiesta di integrazioni o chiarimenti puntuali, su diverse questioni, è d’obbligo da parte dell’ufficio, perché non si è nelle condizioni di poter redigere una “Proposta di Delibera” chiara e coerente da sottoporre al Consiglio Comunale.
Non per ultimo, la questione della incompatibilità dei Consiglieri comunali, oramai prassi per non assumersi delle potenziali responsabilità di carattere penale, può essere snodata con il solo supporto degli uffici e la sinergia tra gli uffici di Presidenza del Consiglio Comunale, della Segreteria Comunale e del Sindaco quale massima espressione politica, con la possibilità di attuare quanto già espresso dal Consiglio di Stato Sez. VI – con Sentenza n°3663 del 23/05/2011, che focalizza la legittimità del Consiglio Comunale come idoneo a votare per stralci i contenuti del PRG estromettendo di volta in volta i componenti incompatibili, per poi acclarare il PRG con voto finale con tutti i presenti; è ovvio che diversamente occorre un commissariamento del Consiglio Comunale come già avvenuto con l’adozione del PRG nel 2015.
In conclusione, quanto sopra espresso sintetizza sì la problematica delle controdeduzioni del PRG, ma evidenzia anche una possibile via resa tortuosa dalla burocrazia che può essere sgrossata e rimarcata solo dalla mera volontà politica, oggi l’unico attore della questione, che può esercitare i propri poteri per imporre delle proprie volontà agli uffici nell’interesse della collettività e del bene comune.
Arch. Ignazio Gallo