PRESENTATA LA MOZIONE DI SFIDUCIA, FIRMANO IN 1O. BENTIVEGNA: “LA VOTERO’ IN AULA”

Presentata la mozione di sfiducia al sindaco. A firmarla sono stati 10 consiglieri comunali con esclusione di Alessandro Curreri, impegnato fuori Sicilia per lavoro fine a fine mese. Sulla mozione di sfiducia protocollata manca anche la firma del consigliere comunale Pasquale Bentivegna, ma ha assicurato che “la voterò in aula consiliare”.

La mozione di sfiducia deve essere discussa in aula entro 30 giorni dalla data di presentazione. E’ questo il termine entro il quale quale la Presidenza del Consiglio comunale deve convocare il aula. In verità, la Presidenza del Consiglio deve convocare la seduta per discutere la mozione tra il 10° e il 30° giorno dalla data di presentazione della mozione. Ma, quasi certamente, la Presidenza del Consiglio, presieduta dal PD Montalbano, la convocherà il più tardi possibile. Dunque, la data di convocazione potrebbe essere tra 19 e il 20 febbraio. Questa tempistica permetterebbe, in caso di approvazione della mozione di sfiducia in aula consiliare, di salire sul treno delle prossime elezioni amministrative di maggio che coinvolgeranno diversi Comuni siciliani tra cui Ribera e Agrigento nella nostra provincia.

Per approvare la mozione di sfiducia saranno necessari 15 voti. Le opposizioni contano complessivamente 12 consiglieri, ma saranno determinanti i 3 di Italia Viva. Non è escluso che oltre ai 3 voti dei cusumaniani, possa aggiungersi anche un 16° voto da parte di chi, tacciato dal sindaco di “coltivare orticelli”, vuole cogliere i frutti dopo aver ingerito, suo malgrado, la gramigna.

Dunque, hanno firmato e presentato la mozione i seguenti consiglieri comunali: Bono, Milioti, Bilello, Termine, Cognata, Monte, Santangelo, Deliberto, Silvio Caracappa, Maglienti. Alea iacta est, dunque, almeno per la formalizzazione e la presentazione della mozione di sfiducia.

Adesso c’è il periodo in cui, le parti politiche, avranno il tempo di approfondire la vicenda. Le firme apposte sulla mozione presentata già danno l’idea all’opinione pubblica di chi ai continui attacchi all’Amministrazione dà seguito concretamente. Insomma, il dado è tratto e nessuno degli oppositori potrà più nascondersi dietro la maschera delle parole e fermarsi a metà guado. In buona sostanza, non avrà più senso, dalle parti delle opposizioni, criticare e attaccare l’Amministrazione dopo non aver approvato la sfiducia. Lo stesso vale per chi di recente e pubblicamente si è dichiarato fuori dalla maggioranza con una scambio verbale e scritto che equivalgono a ferite non suturabili. Qui, non è più un discorso di maschera, ma di faccia vera e propria.

Filippo Cardinale