PRECARI, IL SENATO DICE NO ALLA PROROGA PER I COMUNI IN DIFFICOLTA’ FINANZIARIE. NELLA LISTA C’E’ RIBERA
Falcone (FI): “Il Governo nazionale vuole condannare circa 2 mila lavoratori al licenziamento dopo 25 anni di lavoro”
Già alcune settimane fa, su un articolo apparso su Live Sicilia si lanciava il periciolo che la proroga, che avrebbe consentito a oltre ventimila precari degli Enti locali di continuare a lavorare, non avrebbe coperto tutti comuni siciliani.
Di certo, adesso, c’è che la proroga non vale per quei lavoratori a tempo determinato in servizio nei Comuni in dissesto finanziario o con una richiesta di “riequilibrio” dei conti (il cosiddetto pre-dissesto).
In Commissione bilancio a Palazzo Madama, la maggioranza renziana da sancito il no, bocciando quell’emendamento,con la conseguenza che duemila precari si trovano nel baratro.
Tra i Comuni per i quali sarà quindi impossibile prorogare i contratti dei precari, anche un capoluogo come Catania, oltre a grossi centri come Bagheria, Cefalù e Augusta e Milazzo. Quest’ultimo è l’unico Comune del Messinese ad avere già avanzato domanda di dissesto finanziario. Gli altri sono quelli di Aci Sant’Antonio, Caltagirone e Santa Venerina in provincia di Catania, Bagheria in provincia di Palermo, Comiso e Ispica in provincia di Ragusa.
Dopo questa lista, c’è quella che riguarda comuni che hanno chiesto un “riequilibrio finanziario”. Che si trovano, insomma, in uno stato di “pre-dissesto”.
Tra questi, in provincia di Agrigento ci sono Ribera e Casteltermini. Giarre, Riposto, Scordia e Tremestieri etneo nel Catanese (oltre, al capoluogo); Capri Leone, Castelmola, Ficarra, Giardini Naxos, Militello Rosmarino, Mirto, Sant’Agata di Militello, Scaletta Zanclea, Terme Vigliatore e Tortorici in provincia di Messina; oltre a Palermo e Cefalù, poi, nella provincia del capoluogo i comuni in dissesto o pre-dissesto sono quelli di Caccamo, Monreale e Montelepre; infine, oltre ad Augusta, nel Siracusano è in difficoltà anche il Comune di Avola.
Il Comune più, Casteltermini, è quello che rischia più di tutti per una mancata proroga. 120 lavoratori rischierebbero di trovarsi senza lavoro e il Comune decimato di unità lavorative.
“Grave la scelta della maggioranza di governo nazionale, Pd, Udc, Ncd, che respingendo al Senato l’emendamento di proroga dei lavoratori precari degli enti locali in condizione di dissesto e pre-dissesto, vogliono condannare circa 2 mila lavoratori al licenziamento dopo 25 anni di lavoro”, dichiara l’on. Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars. “E’ una scelta che ricalca l’accanimento del governo nazionale soprattutto nei confronti della Sicilia. Ecco perché abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere al governo regionale di uscire dal suo torpore e di chiedere ai colleghi di Pd, Udc, insieme all’Ncd di modificare questa norma alla Camera evitando così un genocidio lavorativo”, conclude.