“Possiamo fare a meno di ponti, aeroporti, cannoli e carnevali. Ma non di una sanità che funzioni”
Oggi nel centro di Agrigento si svolgerà il corteo per una migliore sanità organizzato dal Cartello Sociale provinciale, al quale hanno aderito sindaci, associazioni e cittadini comuni. Un po’ da tutti i centri della provincia diversi pullman raggiungeranno piazza Cavour dove alle ore 10 è previsto un concentramento. Da lì partirà poi il corteo attraverso il viale della Vittoria fino a Porta di Ponte, dove ci saranno alcuni interventi e testimonianze. I promotori della manifestazione consegneranno poi al Prefetto un documento che illustra le ragioni dell’iniziativa.
Il cartello sociale (che ha chiarito in questi giorni come non ci siano accuse specifiche nei confronti del management attuale dell’Asp, ma al sistema sanità in Sicilia) e tutti gli agrigentini, si interrogano su come vengono assunte decisioni che, in particolare nei presidi sanitari della provincia, fino ad oggi non sono andate quasi mai nella direzione di assicurare standard efficienti del servizio sanitario, prima fra tutte la cronica carenza di personale e le lunghe liste di attesa. [clear]
In questo contesto, pubblichiamo una attenta riflessione del collega giornalista Raimondo Moncada che questa mattina, in previsione della manifestazione agrigentina, ha voluto accendere l’attenzione su quella che tecnicamente viene definita “mobilità passiva”, ovvero le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini in una regione diversa da quella di residenza. Il numero degli agrigentini che ogni anno si recano lontano dagli ospedali della loro provincia per farsi curare è altissimo e altissimi sono i costi, di propria competenza, che l’Asp provinciale deve affrontare per queste prestazioni.
Giuseppe Recca
Ecco il testo che Moncada ha diffuso sulle sue pagine social:
“Del ponte sullo Stretto di Messina possiamo fare a meno.
Possiamo fare a meno dell’aeroporto di Agrigento.
Possiamo anche fare a meno della cultura, se vogliamo, e del titolo di Capitale.
Possiamo fare a meno di arancine e cannoli siciliani.
Possiamo fare a meno di un pantalone (tanto in estate possiamo girare tranquillamente in mutande ed essere scambiato per un costume da bagno).
Possiamo fare a meno di una pacca sulle spalle.
Possiamo fare a meno, almeno momentaneamente, per il tempo necessario, del nostro lavoro.
Possiamo fare a meno di una giornata di risate con gli amici, di una giocata a carte o a pallone (per chi può).
Possiamo fare a meno di qualsiasi altra cosa.
Non possiamo dare a meno della sanità, del servizio sanitario, di strutture che ti curino, di medici che si occupino di te, di infermieri che ti assistano, di un ospedale attrezzato in ogni suo reparto e colmo di personale che ti accolga senza attese e ti dia una speranza e la via della guarigione per ridarti le energie e la sicurezza e la serenità per ripensare al ponte sullo Stretto, all’aeroporto, alla cultura, al calcio, alle arancine e a tutto il resto.
Oggi ad Agrigento si manifesta per la sanità pubblica, per accendere i riflettori su ogni sua corsia. Si faccia tutto quanto è necessario per la nostra sanità, per gli ospedali vicino casa nostra, per il personale, per offrire un servizio indispensabile, fondamentale a chiunque e arrestare la migrazione di pazienti e di sanitari altrove.
Voliamo a casa nostra”.