POSIDONIA SPIAGGIATA: NON ALLARMIAMOCI

In questi giorni è tornata all’attenzione la questione della posidonia, erroneamente chiamata alga, presente in modo massiccio nella zona di San Marco. Bagnanti infastiditi dal fatto che non viene rimossa. Non si tratta di fenomeno recente, ma di un evento naturale che in quella zona del territorio costiero di Sciacca è sempre accaduto.

Oggi con l’aumento di bagnanti, quello che è un fatto naturale viene presentato come un problema. Ed è per questo che nei social il dibattito si è acceso, con le puntuali precisazioni degli esperti.

La presenza di resti di posidonia sulla spiaggia è indice di alta qualità ambientale, molto meglio di una “bandiera blu” dicono gli ambientalisti: i comuni dovrebbero quindi andarne fieri e non far di tutto per rimuoverne ogni indizio. Lo sostiene il Wwf e molti bagnanti oggi cominciano a capirlo.
Tuttavia se proprio si ritiene indispensabile rimuovere depositi considerati eccessivi, ci si limiti a spostarli con grande accortezza al margine della spiaggia, al piede della duna, dove con il tempo verranno coperti dalla sabbia e dalla vegetazione dando vita ad un nuovo cordone dunale; oppure possono essere ammucchiati dove non danno fastidio ma alla fine dell’estate andranno restituiti alla riva.
In linea generale, dove non vi sono motivazioni di carattere turistico, i depositi vengono lasciati al processo naturale di trasformazione mentre, nelle aree maggiormente interessate da turismo balneare (sempre più diffuse), le amministrazioni locali provvedono alla rimozione del materiale secondo differenti destinazioni, ma ogni tipo di azione richiede costi elevati che oggi i Comuni non si possono permettere.


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