PONTE VERDURA: LA CGIL SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

“La questione è stata affrontata dagli Organi Istituzionali come una pratica burocratica ordinaria”

“La CGIL è contraria ad affidare all’ANAS l’intervento emergenziale della viabilità sul Verdura, visto che ha tenuto, per oltre 2 anni, chiuso il Ponte sul Belice: in Giappone in 14 giorni hanno ricostruito 100 Km. di autostrada! Il ponte sul Verdura è crollato lo scorso 2 febbraio. Fino ad oggi si sono svolte diverse riunioni e tavoli tecnici per decidere alla fine che è valida la sola l’idea dell’Anas e del Genio Civile che mirano a applicare la soluzione con tubi in ferro sull’alveo del fiume su cui creare una carreggiata di emergenza”.

Lo afferma la Cgil agrigentina attraverso il segretario generale Massimo Raso.

“La CGIL continua a ritenere che la soluzione più efficace, più veloce e più economica ci sia e si chiama “Ponte di Bailey” come intervento in grado di superare l’emergenza, utilizzando il “Genio pontieri” dell’Esercito Italiano. Perché si preferisce una soluzione più costosa e per la quale si impiega più tempo? All’emergenza occorre risponde in tempi brevissimi, e sono passati 20 giorni! Stante che c’è voluto l’intervento dell’allora Presidente Ciampi per risolvere la biblica questione del “dragaggio del porto di Empedocle” , oggi la CGIL chiede l’intervento del Presidente Napolitano affinchè intervenga dall’alto del Suo Ufficio per evitare che il territorio più dinamico economicamente di questa Provincia venga sacrificato dalla resistente lungaggine della macchina burocratica”.

Questa la lettera inviata al Presidente della Repubblica.

 

Al Presidente della Repubblica
On. Giorgio NAPOLITANO
ROMA

Stimatissimo Presidente,
la CGIL non ha mai dimenticato che, c’è voluto l’intervento dell’allora Presidente Ciampi per risolvere la biblica questione del “dragaggio del porto di Empedocle”.

La dimensione del problema che la CGIL viene a rappresentarLe non ha carattere nazionale, ma è vitale per l’economia di questa provincia.

Una economia, di per sé fragile,  già disastrata dalla crisi che ha già messo in ginocchio imprese e lavoratori, adesso è chiamata a fare i conti con il crollo di un ponte.

Il 2 Febbraio crolla, infatti,  un piccolissimo Ponte sul Fiume Verdura, tra Ribera e Sciacca: ma ,  da allora,  si è interrotto il già gracile collegamento (la SS.115) che consente alla Sicilia Orientale di comunicare con quella Occidentale attraverso la Provincia di Agrigento: un danno enorme per l’economia ed una estrema sofferenza per i pendolari costretti da una deviazione che allunga il percorso di 1 ora tra strade impervie ed insicure dell’interno agrigentino.

Ebbene, la questione è stata affrontata, a giudizio della CGIL, dagli Organi Istituzionali, come una pratica burocratica ordinaria, pur sapendo che il “fattore tempo” è decisivo per la riattivazione della viabilità civile, commerciale e turistica.

Un modo vecchio di affrontare una calamità che trova le comunità e le rappresentanze sindacali delle imprese e dei lavoratori protagonisti di proteste formali.

Fino ad oggi si sono svolte diverse riunioni e “tavoli tecnici” per decidere alla fine che è valida una sola idea, quella  dell’Anas e del Genio Civile,  che mirano ad affrontare l’emergenza con la collocazione di enormi tubi in ferro sull’alveo del fiume su cui creare una carreggiata di emergenza.
La CGIL continua a ritenere che la soluzione più efficace, più veloce e più economica ci sia e si chiama “Ponte di Bailey” come intervento in grado di superare l’emergenza, utilizzando il “Genio pontieri” dell’Esercito Italiano.
Perché si preferisce una soluzione più costosa e per la  quale si impiega più tempo, non è dato sapere.
La CGIL è contraria ad affidare all’ANAS l’intervento emergenziale della viabilità sul Verdura, visto che ha tenuto, per oltre 2 anni, chiuso il Ponte sul Belice: in Giappone  in 14 giorni hanno ricostruito 100 Km. di autostrada!

All’emergenza occorre risponde in tempi brevissimi, e sono passati 20 giorni: qui si teme che la burocrazia faccia vittima un’intera Provincia e questa Provincia non può più aspettare!

Per questo, Stimatissimo Presidente, la CGIL è qui a chiedere l’intervento del Suo alto ufficio affinchè con in tempi celeri si torni a transitare su quel ponte e a riattivare la civiltà in questa parte di Paese.

Deferenti saluti.

Massimo RASO
Segretario Generale CGIL Agrigento

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