PONTE CON TUBI ARMCO O BAILEY? L’ANAS SCRIVE AL CORRIERE DI SCIACCA. IL CORRIERE DI SCIACCA RISPONDE TECNICAMENTE

Il direttore regionale dell’Anas Sicilia, ingegnere Salvatore Tonti, ci ha pregiato della lettura dei nostri articoli. Ha ritenuto di scrivere una precisazione che pubblichiamo integralmente. Ringraziamo il massimo dirigente dell’Anas Sicilia per la preziosa interlocuzione. Tuttavia, riteniamo di controargomentare la spiegazione tecnica dell’Anas, con altrettanta spiegazione tecnica che è stata eleborata per conto del Corriere di Sciacca. Spiegazione che è a beneficio dei nostri oltre 45.000 lettori che quotidianamente seguono la testata giornalistica. Noi siamo convinti che si tratta di una scelta. Ma che il ponte Bailey non è realizzabile sul sito non ci convince. Inoltre la soluzione del ponte Bailey non prevede lavori nell’alveo, mentre la soluzione dei tubi armco prevede essenzialmente lavori nell’alveo del fiume.

Ecco la precisazione del direttore regionale dell’Anas Sicilia:

In riferimento agli articoli di stampa pubblicati sul Corriere di Sciacca, riportanti le critiche mosse in relazione alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente della regione Siciliana Dott. Rosario Crocetta, in ordine alla irrealizzabilità di un ponte provvisorio tipo Bailey, corre l’obbligo precisare quanto di seguito. In primis, sotto il profilo meramente tecnico, è opportuno far rilevare che la realizzazione di un ponte provvisorio presuppone l’esistenza di idonee spalle di appoggio sulle due rive, che devono essere opportunamente progettate, dimensionate ed autorizzate prima della loro esecuzione. Inoltre, non appare perseguibile l’adozione di un ponte a campata unica di luce di circa 80 m quale sarebbe quella adottabile per il fiume Verdura, rendendosi necessaria la realizzazione di una pila centrale in alveo, anch’essa da progettare e da assoggettare a tutte le autorizzazioni di rito. La realizzazione di un ponte provvisorio sarebbe possibile solo a monte di quello esistente (a valle non ci sono le condizioni di fattibilità per la presenza di manufatti e per le quote del terreno) e renderebbe necessaria la realizzazione dei tratti di collegamento tra la Strada Statale ed il ponte provvisorio, con importanti opere per la costruzione del corpo stradale, con insostenibili oneri finanziari, oltre che oneri temporali connessi alla progettazione ed all’acquisizione delle aree di proprietà privata. Appare in tutta evidenza che tale soluzione, avente comunque carattere di provvisorietà, è incompatibile sia con la tempistica connessa alla risoluzione dell’emergenza sia con i costi che sarebbero superiori a quelli delle opere previste con gli interventi progettati. In merito alla soluzione che questa Società intende adottare si deve precisare che i tubi metallici previsti per il ripristino della viabilità, in numero di 4 con un diametro di 5,00 m, garantiscono lo smaltimento della portata di piena con tempo di ritorno 50 anni, di poco inferiore a quella che era garantita dal ponte esistente. L’adozione di idoneo sistema di monitoraggio e sorveglianza dell’opera garantirà l’esercizio in assoluta sicurezza per l’utenza.

Ing. Salvatore Tonti (Direttore Regionale ANAS Sicilia)

Questa, invece, la nostra spiegazione tecnica .

Leggo la nota inviata dall’Ing. Salvatore Tonti al Corriere di Sciacca e ritengo sia indispensabile fare alcune precisazioni.
Premetto intanto che non vi è alcuna intenzione, da parte mia, di ingenerare nessuna polemica, ma solo il desiderio, se possibile, di contribuire a risolvere una situazione di emergenza che ha messo in ginocchio il nostro territorio.
Ciò premesso, non posso esimermi dal puntualizzare che non condivido alcune considerazioni dell’ing. Tonti.
In realtà una possibile soluzione alla collocazione di un ponte del tipo Bailey ritengo che esista sui luoghi.
Mi riferisco in particolare ad un posizionamento, a valle del tracciato esistente, ed immediatamente aderente ad esso.
Dal lato Sciacca esiste una strada sterrata, con accesso immediatamente prima del ponte che, con un percorso di circa 170 metri, giunge fino all’argine che, tuttavia, risulta occupato da alcuni piccoli manufatti (casotti)  che ospitano delle pompe.
La demolizione anche solo di un paio di questi manufatti permetterebbe di raggiungere una buona posizione per la realizzazione di una piastra di appoggio per il ponte, essendo l’argine  protetto da un muro di cemento armato.
L’attuale quota sul pelo libero del fiume, di circa 3,50 metri, potrebbe essere aumentata almeno di un altro metro con la realizzazione della piastra, raggiungendo una buona luce idraulica.
Con un ponte ad un’unica campata (entro i limiti operativi di 80 metri) è possibile raggiungere l’argine opposto.
Su questo argine potrebbe essere realizzata la seconda piastra di appoggio.
A ciò si aggiunga che il letto del fiume, che  modifica nel tempo il suo percorso, è attualmente del tutto spostato verso il lato Sciacca, lasciando, sull’altra sponda, una vasta area operativa fuori dall’acqua.
Da quel punto è possibile la realizzazione di una rampa, in terreno attualmente agricolo, raggiungendo il piano stradale dopo un percorso di un centinaio di metri.
L’intera deviazione avrebbe pertanto una lunghezza complessiva di circa 350 metri, compreso il ponte.
Si presterebbe pertanto, considerata la sua brevità,  anche ad una percorrenza a senso alternato con semaforo, ove si vogliano ridurre i costi e le occupazioni.
La realizzazione delle piastre non dovrebbe presentare problemi di sorta a causa del limitato carico trasmesso dal ponte metallico, che permette di fondare la piastra anche su terreni di limitata portanza.
Resterebbe comunque da valutare la realizzazione eventuale di pali per assicurare un maggior carico utile.
La realizzazione delle piastre sarebbe comunque molto veloce in quanto si opererebbe al di fuori dell’alveo del fiume ed inoltre sarebbe possibile la loro realizzazione contemporanea sulle due sponde, dimezzando i tempi.
I tempi di maturazione del calcestruzzo potrebbero utilmente trascorrere per la realizzazione e sistemazione delle rampe di accesso.
Ritengo superfluo continuare a descrivere la possibile soluzione progettuale, che tuttavia mi si mostra tutt’altro che impossibile da realizzare, anche in considerazione del fatto che la dichiarazione di calamità, promessa dal presidente Crocetta, permetterebbe di attuare le occupazioni d’urgenza dei terreni interessati con assoluta immediatezza.
Resto pertanto della profonda convinzione che quella del ponte Bailey non è una soluzione impossibile, né particolarmente costosa,  ma solamente una soluzione che non è quella che è stata adottata.
Rimangono comunque allo scrivente (e non solo ad esso) serie perplessità, sulla soluzione adottata dall’ANAS, in merito ai seguenti punti.
I tempi di esecuzione, promessi in circa 45 giorni, possono dilatarsi considerevolmente per la necessità di andare ad operare all’interno dell’alveo del fiume, in regime di piena, e per la evidente consecutio temporum, che impone la esecuzione progressiva, prima della demolizione del manufatto crollato, poi della sistemazione dell’alveo, dunque della spalla in cemento armato su pali ed infine dei tubi armco e della gabbionata.
La impossibilità della esecuzione contemporanea delle varie fasi di lavorazione (possibile invece nell’altra soluzione) rende molto probabile una dilatazione dei tempi di esecuzione anche considerevole, soprattutto in stagione invernale.
Inoltre, la realizzazione di un manufatto provvisorio sul percorso dell’esistente ponte, impone la necessità, per la soluzione definitiva che dovrà essere realizzata necessariamente in luogo diverso,  di una deviazione del tracciato  della statale i cui costi si annunciano elevatissimi ed oggi difficilmente valutabili.
Tutto ciò a meno che la soluzione provvisoria non voglia sottintendere che la definitiva non verrà mai realizzata, come spesso succede in questa terra.
Ma, in questo caso, la gravità della situazione impone che venga fatta verità. Avevo premesso che non intendo ingenerare polemica ed intendo mantenere la promessa. Prendo atto pertanto che la soluzione adottata è quella dei tubi armco sul  percorso esistente.
Quarantacinque giorni saranno molto lunghi da passare, nella situazione in atto, ma allora sarà una data particolare, il primo aprile.
Attendo tale data come quella della inaugurazione della soluzione provvisoria e mi aspetto che, in quella stessa data, venga fornita una indicazione, almeno di massima, sui tempi di realizzazione  e le caratteristiche progettuali della soluzione definitiva.
Sarebbe un brutto pesce di aprile, e non soltanto per me, se così non fosse.
Cordialmente- Ing. Giuseppe Di Giovanna

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