POLITICA, NASCE “LIBERAMENTE UNITI”. FUGA DALL’MPA. A RIBERA ADERISCONO IN SEI

“Rileviamo, con amarezza, che poco rimane oggi della carica ideale che aveva ispirato la nascita dell’MPA. L’accordo elettorale siglato con la coalizione di centrodestra per le elezioni del 2013 rappresenta,a nostro parere, l’epilogo di un’esperienza politica che poteva contribuire positivamente al dibattito sulla questione meridionalE”. E’ l’addio all’Mpa da parte dell’ex assessore provinciale Mariano Ragusa insieme al consigliere provinciale Pellegrino Quartararo , ai consiglieri di Ribera, Antonino Oliveri , Paolo Vacante , Alessandro Dinghile , Giovanni Di Caro e il vice Sindaco Davide Caico , al consigliere Comunale di Bivona Francesco Restivo  e l’Assessore Giuseppe Noto Castagnino , ai consiglieri Comunali di Alessandria Della Rocca, Vincenzo Leto, Alfonso Piscopo , all’assessore del Comune di Calamonaci, Pellegrino Spinelli, al consigliere comunale di Realmonte Vincenzo Settembrino.

“Sono due le motivazioni- spiegano in un documento politci-  che ci spingono a questa netta conclusione. Una è di metodo. L’altra di merito. Ma metodo e merito sono due facce della stessa medaglia e la distinzione ha solo lo scopo di schematizzare il profondo dissenso con l’azione della dirigenza dell’MPA”.

Problema di metodo. “La mancanza di democrazia interna al Movimento ha portato ad una pressoché assente partecipazione e condivisione delle scelte strategiche e di indirizzo politico. Abbiamo condiviso entusiasticamente il riferimento ai “metodi e alle finalità democratiche” contenuto nel prologo dello statuto dell’MPA, nell’idea che solo una partecipazione democratica possa consentire l’aggregazione di quel consenso che è necessario a ad implementare politiche pubbliche che abbiano un impatto positivo sulla realtà economica e sociale della nostra regione. Non ci resta che credere che il richiamo alla democraticità come metodo è per chi guida l’MPA un “atto dovuto” e non un principio fondamentale con cui informare l’azione politica. La scelta dell’alleanza con il centrodestra è maturata senza il benché minimo dibattito interno. La leadership dell’MPA ha agito con una mancanza di rispetto per la stessa base che tanto si è spesa per assicurare i successi elettorali del movimento. Questa critica di metodologica non deriva da nostre smanie di protagonismo, deriva invece da una profonda convinzione che un metodo errato può solamente portare a scelte errate e, nel caso specifico dell’MPA, financo controproducenti per la Sicilia”.

Problema di merito. “L’alleanza con il centrodestra è incoerente con gli obiettivi che il movimento si è posto fin dalla sua creazione, cioè di “tutelare gli interessi della nostra terra. Ci chiediamo come sia possibile conciliare questa finalità con l’alleanza siglata con la Lega Nord. Tramortita dagli scandali che hanno investito la sua dirigenza, la Lega è tornata ad arroccarsi su posizioni palesemente anti-meridionalistiche. L’insistenza della Lega Nord sul tema della tassazione locale, del lasciare al nord “i soldi delle nostre tasse”, dovrebbe essere abbastanza per far capire a chiunque che il “federalismo brutale” di stampo nordista e il proclamato meridionalismo riformista dell’MPA sono inconciliabili, essendo l’uno l’antitesi dell’altro. Inoltre,la risposta data dall’ex Presidente Lombardo al dissidente consigliere comunale di Bronte per giustificare l’accordo con Berlusconi ..”o con il PDL oppure ci estinguiamo..”, non è esaustiva”.

“Noi- continua il documento- crediamo che gli ideali e i valori, se si opera per realizzarli, non muoiono mai. Proseguendo con questo tipo di politica,esente di valori e di ideali per la crescita della Sicilia, che segue la logica della lotta di potere e che mira unicamente ad ottenere tre o quattro posti in Parlamento garantendo qualche parente o amico rimasto fuori, lasciando da parte chi nel territorio ha lavorato e a riposto fiducia nel Movimento e nel suo Leader, si arriverà allo sfacelo della vera Politica . Tutto ciò, unito al malcontento, citato in apertura, per il quadro economico preoccupante della Sicilia di oggi, può sfociare in un malessere sociale generalizzato. Occorre, perciò, contrapporre un’azione politica forte e coraggiosa, che sia in grado di disegnare una visione di lungo periodo sapendo coniugare le esigenze di una crescita economica con la comprensione delle peculiarità regionali. Noi riteniamo, per le motivazioni appena esposte, che il posizionamento dell’MPA all’interno della coalizione di centrodestra non sia coerente con i bisogni della nostra terra”.

Poi, il documento fa un’analisi politica: “Gli ultimi quattro anni hanno segnato un momento molto difficile per l’Italia. L’onda d’urto della crisi finanziaria ha rivelato le debolezze della nostra economia. Sarebbe superfluo descrivere gli effetti delle turbolenze finanziare sull’economia del nostro paese. Ci preme,comunque, ricordare che le conseguenze della crisi sono state molto più avvertite al sud e in particolare in Sicilia che in altre parti d’Italia. Nel periodo 2008-2011 il PIL siciliano si è contratto ad un tasso annuale medio dell’1.6%, calo superiore sia rispetto alla media Italiana sia alle altre regioni del mezzogiorno. Il calo medio annuo del valore aggiunto tocca in alcuni settori proporzioni allarmanti. Nell’industria e nell’edilizia il calo medio è stato rispettivamente del 4.3% e del 7.1%. La caduta della produzione ha comportato una perdita complessiva di oltre 50.000 posti di lavoro E’ con questo scenario, che noi non abbiamo paura a definire preoccupante, che l’azione politica deve confrontarsi. Avevamo riposto le nostre aspettative e le nostre energie in un progetto politico innovativo capace secondo noi di rimettere al centro del dibattito nazionale la questione del sud Italia da un angolo visuale diverso rispetto alla retorica meridionalista”.

 

 

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