POLITICA, LA RIVOLTA DELLE DONNE CHE HANNO DETTO NO ALLE BEGHE E ALCHIMIE
In Consiglio comunale sono presenti quattro donne elette nella coalizione che ha sostenuto Francesca Valenti. L’altra donna, Teresa Bilello, è all’opposizione sotto l’egida del M5S.
Elvira Frigerio, Cinzia Deliberto, Carmela Santangelo e Valeria Gulotta. Queste hanno portato in dote 1.205 voti. Per curiosità contabile, solo Carmela Santangelo e Teresa Bilello hanno superato quota 400 voti: la Santangelo è stata votata da 464 elettori, la Bilello da 408. La Frigerio 348, la Gulotta 202 e la Deliberto 191.
Ma torniamo nell’ambito della coalizione vincente, il centrosinistra. E’ qui che c’è grossa perturbazione, ma è qui che emerge il dato più interessante. Tre donne, Carmela Santangelo, Valeria Gulotta e Cinzia Deliberto rappresentano le rivoluzionarie. Un termine semplicistico quando invece è corretto scrivere che hanno avuto la determinazione di essere coerenti con il loro modo di pensare. Hanno alzato gli scudi alle “esigenze” dei colonnelli, hanno detto no ad un metodo politico molto datato, farcito da “beghe e alchimie”. Metodo e merito, sono questi gli elementi imprescindibili che hanno “armato” Santangelo, Gulotta e Deliberto spingendole a dire no ad una politica divenuta illogica, ma soprattutto mortificante nei confronti di chi ha mostrato impegno e contribuito alla vincita di una coalizione.
Decifrare l’umore di Elvira Frigerio è difficile, ma certamente non sarà scoppiettante di soddisfazione per la soluzione assunta dal sindaco e della delega di vice sindaco assegnata. Ma al di là della Frigerio, vi una realtà che è più chiara e trasparente. Quella di Carmela Santangelo, Valeria Gulotta e Cinzia Deliberto.
La Gulotta ha già spiegato le motivazioni che l’hanno indotta a lasciare il gruppo consiliare che fa capo a Nuccio Cusumano, Sciacca Democratica. La Gulotta ritiene imprescindibile “essere coerenti con se stessi”, perché alla base di tutto “i valori morali sono più forti delle regole politiche non scritte”. Riteniamo che i malumori della Santangelo e della Deliberto poggino sulla critica ad un metodo politico usato e che ha sviluppato prima la crisi, e poi l’ha risolta in modo tale da creare uno tsunami e un terremoto. Tutte e tre hanno un comune denominatore: il rispetto delle persone, della loro dignità, il rispetto verso chi le ha votate.
E’ strano, ma fino ad un certo punto (gli uomini sono più permeabili a quelle dinamiche politiche che calpestano financo il valore massimo della persona, la dignità) che a dare fuoco alla miccia della rivoluzione dentro la maggioranza (o ex) siano state tre donne. Strano perché la rivoluzione scoppia nel momento in cui alla guida della città c’è il primo sindaco donna della storia politica saccense.
Segno è che il “cambiamento” promesso da una candidata sindaco si è incagliato tra le maglie di una (il)logica politica di evidente datazione. O forse, il cerchio magico si è rivelato più deleterio di quanto qualche “scienziato” dell’ultima ora immaginava.
Il vero cambiamento registrato fino ad oggi è l’osanna alla dignità umana, quell’osanna firmata dalle tre “rivoluzionarie” che hanno avuto ciò che altri non hanno.
Filippo Cardinale