Politica, il gioco delle “due” carte del Pd

SCIACCA- C’è un detto che vuole essere un consiglio a chi si sforza di narrare una storia in modo diverso da quella che l’ha generata: il silenzio è d’oro. Ieri sera in Consiglio comunale la migliore sintesi, piena di sostanza, è stata rappresentata dal consigliere comunale Giuseppe Catanzaro, fondatore del movimento Mizzica del quale conosce ogni più recondito segreto. Per evitare equivoci, sono segreti puliti. La storia del movimento Mizzica è chiara a tutti e nasce come elemento dirompente di fronte all Ancien Régime di cui ho scritto nei precedenti editoriali.

La nomina dell’assessore in sostituzione di Sabella, dimessosi un mese e mezzo fa, è la rappresentazione plastica di un gioco che con mani esperte conduce il Pd. C’è il gioco delle tre carte, ma ieri sera il Pd ha presentato la versione aggiornata, quella a due carte.

Si tenta di propinare alla città che la lista civica Ferdinandea e il Pd sono due cose diverse. Appunto, due carte. La memoria si fa sempre più corta e si finisce col dimenticare ciò che è accaduto poco più di un anno e mezzo fa. Il Pd aveva sulle spalle un quinquennio di guida della città monocolore. Fabio termine era il più acceso oppositore e critico del sindaco Francesca Valenti rimarcando ripetutamente in ogni suo intervento “il fallimento del progetto Valenti”.

Il Pd escogitò il parto di due liste, una col simbolo ufficiale del partito, l’altra sotto forma di lista civica ma con l’80% dei candidati a targa Pd. La lista Ferdinandea, madrina l’ex sindaca, elesse due consiglieri, Fabio Leonte e Giuseppe Ambrogio. Altri illustri candidati, assessori nella giunta Valenti, non ce la fecero. Ambrogio poi si mise sotto le ali del Pd puntando gli occhi sulla candidatura alla provincia. Mentre Ulisse resistette al richiamo delle sirene, Ambrogio si lasciò abbracciare dalle promesse del Pd.

Ambrogio non va in Consiglio comunale ma va spesso a farsi intervistare vestendo l’abito di assessore che non gli daranno.

Cercando di essere più sintetici, la sostituzione dell’assessore dimissionario Sabella doveva avvenire in un battito di ciglio. Il candidato più idoneo per esperienza amministrativa e politica è Fabio Leonte il quale, però, è ostacolato dal Pd. Leonte è rimasto al suo posto, cioè nella lista Ferdinandea.

Quando il Pd dice che la questione del nuovo assessore non riguarda il partito vede allungarsi il naso. Insomma, Pinocchio sembra un dilettante. L’intervento del consigliere indipendente Giuseppe Catanzaro è stato un consiglio al sindaco: si tiri fuori dalla rete dei giochi del Pd e onori quel principio fondatore del movimento Mizzica. Si ricordi, Fabio Termine, lo slogan che lo ha accompagnato nel corso della campagna elettorale.

Filippo Cardinale