Polemiche per aumento indennità deputati all’Ars

Troppe polemiche per l’aumento Istat delle indennità ai parlamentari siciliani. Da Roma sarebbe arrivato l’ordine di bloccarlo. Poco importa se l’incremento di 890 euro lordi al mese, per ognuno dei 70 onorevoli, sia scattato per una norma di nove anni fa che prevede l’adeguamento delle buste paga al costo della vita. In un periodo di crisi, è il ragionamento fatto a Roma, questi aumenti appaiono poco giustificabili di fronte a una opinione pubblica che arranca tra caro bollette e inflazione.

Mmentre il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno (FdI), ha chiesto agli uffici di verificare l’eventuale percorso da fare, tra i parlamentari del centrodestra non sono pochi i mugugni per la marcia indietro richiesta. In queste ore si stanno valutando emendamenti abrogativi della norma del 2014 o in alternativa la possibilità di un ordine del giorno che impugna l’Ars. Ma c’è chi insiste per respingere le pressioni romane e lasciare le cose come stanno.

«Saranno pure automatici, ma in un momento come questo, in cui famiglie e imprese soffrono terribilmente, rischiano di essere immorali. È per questo che ci rinunceremo e devolveremo le somme relative a progetti per la pubblica utilità, come del resto abbiamo sempre fatto con parte dei nostri stipendi», dice il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca.

Un emendamento abrogativo della norma è stato depositato dal leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, mentre parla di ipocrisia il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro. «Non c’è molto da girarci attorno – sostiene – ce il presidente dell’Ars vuole bloccare gli aumenti così come sembra di capire, l’unico modo è presentare una proposta che modifichi la legge del 2014. Lo faccia, e noi saremo pronti a votarla».

Ma c’è anche la provocazione di Gianfranco Miccichè, leader di Forza Italia in Sicilia, ma isolato all’Ars: «Invece di bloccare l’aumento Istat, tagliamo l’indennità dei deputati e portiamola dagli attuali 11 mila euro lordi al mese a 2 euro». E lo ha messo pure per iscritto in un emendamento al ddl di stabilità regionale in discussione all’Assemblea in queste ore.