Più che “modello Bilbao” serve recipiente di camomilla

SCIACCA. Il nervosismo aleggia. Forse è meglio dire veleggia considerato il luogo, la Lega Navale di Sciacca, in cui un autorevole membro della giunta Valenti ha mostrato di non essere avvezzo alla flemma britannica. L’occasione rientra tra quelle che splendidamente porta avanti il  Museo Diffuso 5 Sensi, cioè di raccontare le tappe significative che si sono traguardate, i progetti ritenuti interessanti e innovativi da Invitalia e finanziati con 120 mila euro, di rappresentare anche le esigenze di un  territorio che sul turismo vuole edificare la sua crescita. Un turismo che deve mutare anche e soprattutto il modo di intenderlo, di concepirlo, di offrirlo, di organizzarlo.

Alla narrazione dei giorni scorsi, avvenuta nella sede locale della Lega Navale, erano stati invitati anche alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione. Non era per nulla una occasione “politica”, ma era anche un modo di trasmettere alla politica le linee guide da seguire per un cambio di cultura nei confronti dell’accoglienza.

Quando si è parlato dell’esigenza di una maggiore pulizia della città, l’assessore noto per aver promesso metodi mirabolanti capaci di proiettare Sciacca in successi spagnoli, ha inveito contro la precedente amministrazione. Toni da palchetto elettorale e non certamente idonei a quel contesto organizzato dal Museo Diffuso 5 Sensi. E’ stato necessario l’intervento, da parte di qualche autorevole “padrone di casa”,  invitando l’assessore ricondurre i toni dentro il perimetro della moderazione.

Peccato, siamo abituati ad un format che il Museo Diffuso  5 Sensi, grazie alla capacità di Viviana Rizzuto, ha saputo trasmettere, basato sulla eleganza degli interventi, i contenuti, la professionalità. Un format davvero europeo. L’intervento dell’assessore dalle innovazioni annunciate e arenate ha, invece, fatto rivivere il clima della peggiore espressione di una politica rissosa, limitata, nervosa, insofferente. E’ meglio bere tanta camomilla anziché essere costretti a chiedere scuse per intemperanze fuori luogo.

Filippo Cardinale