PINETA SAN CALOGERO, POLMONE VERDE IN ABBANDONO

La Regione Siciliana per anni ci aveva speso un sacco di soldi per opere di rimboschimento e per la realizzazione con proprio personale di arredo e barbecue in pietra. Poi, quando al termine di un lunghissimo contenzioso si è appreso che l’area non era pubblica ma di un privato, niente più manutenzione e via ad anni di degrado ed abbandono.

Una storia all’incontrario quella di una parte della zona boschiva sul monte San Calogero, uno dei pochi casi dove l’intervento pubblico funziona meglio di quello privato. La zona, posta alla sommità del monte, a pochi metri dalla Basilica di San Calogero e da un antiquarium con tanti reperti storico rinvenuti nelle grotte vaporose, presenta una vasta area boschiva che per anni è stata gestita dall’agenzia delle foreste. Un polmone verde di grande effetto che nella parte alta, in un lembo pianeggiante, ospita una pineta fruibile. L’agenzia delle foreste la trasformò in zona di ristoro, attrezzandola come tante altre nel territorio agrigentino. Dopo un contenzioso durato alcuni decenni, lo Stato non ha potuto più disporne della proprietà. Il privato che ne è tornato proprietario non si è pèrò preoccupato di proseguire la manutenzione e nemmeno di recintarla.

La pineta oggi è a disposizione di tutti ed è diventata una discarica a tutti gli effetti. Pur essendo spazio privato, ogni tanto le associazioni ambientaliste con i volontari vi si recano per delle operazioni di bonifica, ma dopo pochi giorni gli stessi punti ripuliti tornano ad essere ricettacolo di rifiuti. L’area è sporca e per terra, abbandonati, ci sono oggetti di ogni genere, bottiglie vuote, piatti e bicchieri di plastica, cartacce e quant’altro.

La zona potrebbe assolvere al suo ruolo di ritrovo per chi vuole stare all’aria aperta e godere del magnifico panorama della costa sottostante, ma è invece un covo di immondizia che mette in pericolo la salute pubblica. Nemmeno le autorità comunali si sono preoccupate di sollecitare il privato ad effettuare la pulizia e rendere accogliente quella zona meta di visitatori.

Giuseppe Recca