PIANO SANITARIO REGIONALE: DI PAOLA CONSIGLIERE INVOCA INTERVENTO DI DI PAOLA SINDACO
Il consigliere comunale Simone Di Paola, che più volte ha parlato dei pericoli di una politica sanitaria troppo “agrigentocentrica”, oggi interviene sul Piano sanitario approvato dlala giunta regionale, sollecitando una mobilitazione del mondo politico, come avvenuto con il tribunale.
Pur avendo a mia disposizione un vocabolario sufficientemente ricco, mi riesce francamente difficile trovare un aggettivo che definisca in pieno il mio stato d’animo, dopo aver appreso del nuovo piano sanitario per la Provincia di Agrigento. Credo che sdegno, disgusto, e rassegnazione possano rendere bene il mio pensiero! Se c’erano ancora dubbi sul fatto che possa esistere un disegno politico, che a questo punto parte da molto in alto e che punta chiaramente allo smantellamento, o quantomeno ad un drastico ridimensionamento delle strutture sanitarie del nostro territorio, ad esclusivo vantaggio del versante orientale della Provincia di Agrigento, oggi sono stati spazzati via. Evidentemente cambiano i Governi, le coalizioni si susseguono, ma il peso politico contrattuale della classe dirigente del nostro territorio contano sempre di meno,. E’ paradossale e farsesco constatare come, seppur nell’ambito di un piano che registra un considerevole aumento di posti letto per la Provincia di Agrigento di ben 54 unità, perfino in un contesto di crescita dell’offerta sanitaria di teritorio, ancora una volta, per l’ennesima volta si preferisce salvaguardare Agrigento, Licata e Canicattì a discapito di Sciacca e Ribera. Mi chiedo cosa ancora ci voglia per capire che al tavolo della politica regionale contiamo meno di zero! Non sono un tecnico ne pretendo di esserlo ed in tal senso auspico chiarimenti rispetto ad una vicenda che personalmente giudico, sul piano politico, di un gravità enorme. Ma sono un amministratore ed un cittadino indignato e credo sia venuto il tempo di una grande mobilitazione popolare anche sui temi della sanità, così come fatto sul tribunale; non bastano più i consigli aperti, ne i tavoli tecnici; occorre alzare la voce, prima che ci portino via quel po’ di tutela della salute che ancora ci resta e che personale medico e paramedico ogni giorno, fra mille difficoltà, nonostante i segnali mortificanti che giungono dall’alto, quotidianamente si sforzano di offrire all’utenza. In tal senso mi rivolgo alla S.V.: Ella non rappresenta solo il capo politico di una Comunità che l’ha eletta per difenderla, ma anche il vertice della sanità cittadina; in tal senso non può e non deve subire in silenzio questo schiaffo; ha il dovere di reagire ed in tal senso mi aspetto segnali forti in tale direzione.