PIANO PAESAGGISTICO, TUTTI INSIEME PER SALVARE SCIACCA DAL MOSTRO
Stamane architetti, ingegneri, geometri e geologi, amministrazione comunale, consiglio comunale e tecnici comunali, erano seduti attorno ad un tavolo per affrontare la questione del Piano Paesaggistico che, a detta di tutti, di fatto tronca la possibilità di sviluppo economico-turistico della città termale. Come è ormai noto, il Piano Paesaggistico della Soprintendenza ha dato un taglio netto alla possibilità di nuovi inserimento in una vasta area che va da San Marco a Verdura.
Il sindaco Fabrizio Di Paola e l’assessore Ignazio Bivona, hanno convocato il tavolo intertecnico per valutare collettivamente il da farsi. L’Amministrazione comunale, intanto, ha creato, di concreto con l’Ufficio Tecnico comunale, una corsia preferenziale per accogliere le osservazioni e i suggerimenti da parte dei professionisti. L’Amministrazione, inoltre, è determinata a presentare le osservazioni e a impugnare il Piano Paesaggistico.
Il Piano redatto dalla Soprintendenza, “fa perdere l’identità a Sciacca”, ha chiosato l’ingegnere Giuseppe Di Giovanna e nel contempo “spoglia il Consiglio comunale dell’unico potere decisorio che ha, quello della urbanizzazione del territorio”. L’orientamento, intanto, è quello di chiedere la revoca della pubblicazione del Piano Paesaggistico in quanto “contiene errori nella pubblicazione stessa che di fatto rendo nulla la pubblicazione stessa”.
Mancano le cartografie, in quanto il supporto inviato dalla Soprintendenza è incompatibile con le tecnologie adottate dai Comuni nel sistema dell’Albo Pretorio online.
Per Massimo Trapani, presidente provinciale dell’Ordine degli Architetti, “il Piano Paesaggistico non è stato calato dall’alto poiché già dal 2009 se ne parlava”. Trapani fa un’autocritica che vale anche alle amministrazioni che si sono succedute. Trapani, ha sottolineato l’esigenza di “attuare un percorso sinergico, sempre nell’ottica della tutela del paesaggio”. Nel corso della riunione è emerso un comune denominatore: “Il problema non è solo tecnico, né è pensabile che si può risolvere con le osservazioni. Il problema è politico e deve essere la classe politica ad affrontare alla radice la questione”.
Per l’ingegnere Francesco Fiorino, “è vero che il territorio deve essere tutelato, ma è pure vero che il Piano Paesaggistico tronca ogni possibilità di sviluppo e sconvolge totalmente la pianificazione effettuata dalla stessa Regione nel 1975”.
C’è la massima preoccupazione per un Piano Paesaggistico che non solo non ha seguito la linea della concertazione con il territorio, ma non è il frutto di coinvolgimento degli ingegnerei, architetti, geometri, geologi. E’ stato più volte osservato che la Soprintendenza non ha mai convocato gli ordini professionali.
La situazione attuale è che Sciacca si trova in una situazione di messa all’angolo. Di difesa. Ora si deve smuovere un procedimento di contrasto al Piano Paesaggistico, attraverso osservazioni e vie giudiziarie tramite il Tar. Una strada che a tutti sembra lunga e incerta. Ed è per tale motivo che è stato invocato l’intervento della politica. Alla riunione di oggi, mancava l’unico parlamentare regionale di Sciacca, il pentastellato Matteo Mangiacavallo. Certamente, come ha dimostrato in diverse occasioni, il parlamentare non farà mancare il suo impegno a dipanare la complessa matassa.