PESTAGGIO MINORENNE, LO SDEGNO E LA RABBIA DELLA CONSULTA GIOVANILE
“Indignazione, rabbia, nausea. Tutti sentimenti che non possono mai colmare il vuoto di una parte giovane della città gravemente ammalata e che non trova la cura esatta ai suoi problemi sociali”.
Lo afferma in una nota la Consulta Giovanile. Anche il sodalizio dei giovani edita una lettera aperta che pubblichiamo.
Oggi, pero tutto ha raggiunto un limite massimo, dove buon senso e pazienza non si incontrano più. Sabato scorso, un ragazzo di diciassette anni è stato aggredito da un gruppo di ragazzi. Una sorta di persecuzione nei confronti del giovane che dura da qualche tempo e che lo hanno portato all’isolamento. Ora ci chiediamo il perché? Perché ci si rivolge alla forza fisica per fare valere la propria ragione sugli altri? Forse perché la stessa ragione non esiste ?
Interrogativi su interrogativi, comunicati su comunicati, la situazione si assesta per un paio di settimane e poi ? Poi tutto finisce in un profondo dimenticatoio. Siamo stufi delle parole di rito: ci vogliono i fatti. Quei fatti che devono sfociare in progetti concreti e duraturi, che devono vedere questo ragazzo reinserito nella società saccense e devono consentire alla comunità locale di trascorrere soltanto serate piacevoli. Bisogna collaborare e per fare ciò non c’è miglior mezzo del dialogo. Perché a piangere, non possono essere sempre le famiglie, che la notte sentono squillare il telefono di casa e corrono nelle corsie del pronto soccorso.
Tantissimi ‘perché’ ai quale la Consulta Giovanile vuole trovare delle risposte. Queste risposte sapete dove si possono trovare? La risposta è rinvenibile nell’omertà di tanta gente che preferisce celarsi dietro un silenzio informato. Un silenzio che fa ancora più paura perché viene dalle nuove generazioni che vivono questa città ogni giorno. È bello partecipare alle manifestazioni sulla libera informazione, sulla legalità, dove tutti apprendono e portano le loro testimonianze.
Ma poi, cosa rimane ? Non c’e un poi, perché tutto ritorna nel famigerato ‘dimenticatoio’.
Oggi più che mai la Consulta si rivolge alla città intera, a prescindere dall’età. È giunto il momento in cui la vera forza di questa città sia dimostrata. Bisogna capire che non si è forti aiutando il branco, ma si è forti quando si aiutano quelle persone che hanno bisogno di sostegno poiché sono in difficoltà. L’animo va nobilitato, non umiliato. Questo ragazzo aggredito oggi tra fratture e lesioni varie non è in pericolo di vita. Ma se fosse stato qualcosa di più grave? Erano pronti i fazzoletti e gli applausi? No, non è questa la città che ‘possiamo solo amare’ .
Dobbiamo contribuire a risollevare la città. Alle forze dell’ordine chiediamo un maggiore controllo. Un ultimo pensiero agli aggressori. Le ‘Spranghe’ che avete usato per pestare quel ragazzo, perché non le utilizzavate per costruire un cancello? perché le piante che avete tirato non le utilizzavate per abbellire una parte della città? Perché i calci dati a quel povero ragazzo, non li trasformavate in una partita di calcio? La città ha bisogno di risposte, la famiglia della vostra vittima le pretende. Domani mattina guardatevi allo specchio e cercate di riflettere e sopratutto di capire cosa avete fatto.