PESCA, NONOSTANTE LA CRISI LA NOSTRA MARINERIA REGGE. 10 ARMATORI DEMOLISCONO PER REINVESTIRE IN PESCHERECCI PIU’ NUOVI

Sono almeno una decina i proprietari di natanti saccensi i quali recentemente hanno chiesto di accedere alle provvidenze dell’Unione europea per la demolizione delle loro vecchie barche ma che, stando a quanto si apprende, avrebbero già acquistato altre licenze per disporre di pescherecci di più recente costruzione. Pur nella crisi che si può benissimo definire devastante che il comparto economico attraversa da anni, a Sciacca tutto sommato si continua ancora a credere nella pesca. Misure, quelle degli incentivi dell’Unione europea, che com’è noto sono tese a limitare lo sforzo di pesca a cui sono giornalmente sottoposti i nostri mari.

Ma evidentemente chi si ritira non lo fa a Sciacca ma in compartimenti marittimi diversi, posto che spazio per nuove ulteriori licenze di pesca naturalmente non ce n’è più, altrimenti le provvidenze per incentivare le demolizioni non avrebbero alcun senso.

Nello specifico le richieste di accesso ai finanziamenti per le demolizioni, stando alle dichiarazioni rilasciate dal comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Sciacca, erano state 24, ma alla fine più della metà degli armatori richiedenti hanno rinunciato, preferendo continuare ad andare per mare col natante a loro disposizione. Undici gli armatori che invece hanno demolito ma che, come detto, sono già pronti a comprare un nuovo natante con annessa licenza di pesca.

“Noi al momento sappiamo che sono due gli armatori pronti ad acquistare una nuova licenza”, dice Calandrino. Ma alla fine a Sciacca la somma algebrica tra barche demolite e nuove licenze acquistate potrebbe essere zero. Centotrentasei al momento le barche iscritte nel compartimento di Sciacca, tra pescherecci, ciancioli e natanti per la pesca d’altura. Gli armatori saccensi, molti dei quali vantano oltre quarant’anni di esperienza dietro le spalle, preferiscono dunque reinvestire, acquistando ancora un peschereccio a cui qualcun altro altrove ha voluto rinunciare, forse per permettere ai propri eredi di andare avanti in un settore, come detto, difficile e critico, dove il caro gasolio è solo la punta dell’iceberg di una serie di problemi che spesso fanno domandare ai pescatori che senso abbia andare avanti.

Eppure, alla fine, forse per mancanza di alternative concrete, si preferisce andare avanti, pur nella consapevolezza di far parte di un settore complicato e altamente rischioso, e non certo soltanto dal punto di vista di un utile d’impresa che talvolta non si riesce a conseguire. Marineria reduce da un calendario di fermo biologico ormai completato da tutti i natanti. Ne mancano solo 7, quelli che effettuano la pesca di profondità, che hanno la facoltà di effettuarlo in un periodo diverso ma che, in ogni caso, dovranno completarlo entro e non oltre il 31 dicembre prossimo.

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