PESCA, APPELLO DEI SINDACI ALL’UNIONE EUROPEA PER LA RIFORMA DELLA PESCA
“Noi, sindaci dei Comuni con i principali porti pescherecci italiani, assistiamo con sgomento e preoccupazione al declino della pesca nel nostro Paese”. Comincia così l’appello che alcuni sindaci italiani hanno indirizzato al Parlamento europeo che domani vota la riforma della Politica comune della pesca. Una nota con cui si sottolinea la profonda crisi del settore in Italia, che ha ridotto la flotta ittica nazionale di quasi un quarto e causato la perdita di migliaia di posti di lavoro. Una situazione che riflette quanto accade in tutta Europa : dal 1993 le catture nei paesi Ue sono calate del 25%, senza che a questo sia corrisposto un aumento del prezzi alla produzione.
“Come primi cittadini di comunità che, nonostante le difficoltà, sulla pesca fondano una parte consistente della loro sussistenza e della loro identità culturale, ci sentiamo coinvolti nelle decisioni che si stanno prendendo a Bruxelles -. I nostri porti pescherecci sono luogo vitale di tradizione, in cui ancora oggi si realizza buona economia e coesione sociale. Ci auguriamo che la riforma sia l’occasione per rilanciare la loro attività, un obiettivo per noi improrogabile e irrinunciabile”.
Nell’appello si suggeriscono alcuni interventi fondamentali per aiutare il settore ittico a riacquistare valore. Per esempio, allineare i prelievi annuali alla capacità degli stock di riprodursi e di raggiungere il livello più produttivo, che consentirebbe di aumentarne le dimensioni del 70%, con margini di profitto triplicati rispetto a quelli attuali e la conseguente creazione di circa 100.000 nuovi posti di lavoro nell’Unione Europea. Ma anche condizionare gli aiuti alle demolizioni dei pescherecci e la conseguente perdita di occupazione alla creazione di un numero equivalente di posti di lavoro nelle marinerie di appartenenza.