PER “MIZZICA” OGNI DIALOGO COL PD E’ IMPOSSIBILE
L’appello dell’ex deputato del Pd, Giovanni Panepinto, rivolto al centrosinistra saccense per sollecitare un dibattito interno per riannodare un dialogo naufragato bruscamente, è stato indirizzato anche al movimento Mizzica, presente in Consiglio comunale dal consigliere Fabio Termine. Un invito che Mizzica non è disponibile a cogliere considerando il dado già tratto. Del resto, Fabio Termine è stato chiaro in Consiglio comunale e l’auspicato “passo indietro” da parte di Giovanni Panepinto cozza con la convinzione di votare la mozione di sfiducia. Termine è tra i firmatari. Termine è stato duramente attaccato in aula, proprio dai banchi della coalizione del sindaco Francesca Valenti, a parte gli scontri continui col presidente del Consiglio comunale intervenuto nel corso degli interventi di Termine in aula.
Secondo le nostre fonti, per Mizzica la distanza con il Pd, quello attuale, non è colmabile, anzi, è siderale. Del resto, quando Panepinto si rivolge anche a chi ha contribuito alla elezione di Francesca Valenti, appare un’impresa ardua. Nel suo appello, tramite una lettera indirizzata alla direzione della nostra testata, è chiaro il riferimento a Filippo Bellanca, Cinzia Deliberto e Carmela Santangelo. Molto probabilmente è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago (Matteo19,23-30) che i destinatari degli “azzeramenti”, o di chi ha rotto con la coalizione, possano fare quel passo indietro auspicato da Panepinto.
Continua, intanto, la clausura del Pd, del suo segretario cittadino che è anche deputato. Appare curioso il silenzio tombale da parte del partito di Zingaretti, e desta curiosità come ad esprimere preoccupazione, mista a responsabilità, provenga da un uomo politico che non è di Sciacca. Un “forestiero” che rompe il silenzio, al contrario di chi ha sulle spalle tutto il peso di una responsabilità politica che ha portato ad inanellare, in appena due anni e mezzo, un guinness di errori politici, di instabilità nella giunta costretta a subire 15 cambi di assessori, il chiudersi a riccio, facendo muro di gomma anche a chi, da tempo, e nel corso di interventi in aula consiliare, ha sollecitato al sindaco maggiore concertazione, maggiore coinvolgimento. E’ l’esempio del consigliere Alberto Sabella, dalla parte della coalizione che ha vinto le elezioni. I suoi appelli, però, sembrano simili alla voce nel deserto.
Filippo Cardinale