Per Federalberghi Terme il sistema termale siciliano non comprende solo Sciacca e Acireale. Lettera a Schifani

SICILIA- Il termalismo in Sicilia deve riguardare l’Isola nel suo complesso e non fermarsi a Sciacca ed Acireale. Federalberghi Terme si rivolge al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani con una lettera inviata ieri l’altro a Palazzo D’Orleans. a

L’associazione nazionale delle imprese e dei territori termali  aderisce a Federalberghi Confcommercio. Federalberghi Terme – si legge nel documento – apprende dalla stampa la determinazione del Presidente Schifani a voler rivalutare il patrimonio termale del territorio siciliano, che di per sé potrebbe essere pure una buona notizia, ma constata con rammarico che l’attenzione è focalizzata unicamente sul riavvio delle attività a Sciacca ed Acireale. In queste località, ricordiamo, la Regione è stata imprenditrice nel settore idrotermale fino alla chiusura degli stabilimenti avvenuta nove anni fa, nella cittadina saccense, e ancora prima nella città dei cento campanili. Attualmente le due società di gestione, in mano regionale, sono in fase di liquidazione, in attesa che si completi la procedura che porterà al loro scioglimento, per la quale il Governo regionale intende utilizzare 4,3 milioni di euro accantonati nell’ultima finanziaria.

“Vorremmo evidenziare l’importanza della risorsa termale presente su tutto il territorio isolano e non solo a Sciacca ed Acireale” – scrivono da Federalberghi Terme. In merito all’idea dell’on. Schifani di destagionalizzare il turismo termale,  l’Associazione aderente a Confcommercio precisa che “un progetto importante ed ambizioso come quello della Sicilia d’Inverno legata al termalismo non possa che passare dall’adozione della nuova legge mineraria e dalla rivalutazione e messa in rete di località importanti quali Lipari e le Terme di San Calogero, Pantelleria, Termini Imerese, Cefalà Diana e le sue Terme islamiche e anti altri territori ricchi di storia e cultura che hanno tutte le caratteristiche per arricchire l’offerta di turismo“.

Il messaggio di Federalberghi Terme è chiaro: sarebbe limitativo pensare al rilancio del termalismo isolano puntando solo su Sciacca ed Acireale poiché in Sicilia ci sono anche altre località termali. Una posizione tra l’altro condivisa pure da ANCOT, l’associazione nazionale dei comuni termali che fino a qualche tempo fa aveva nella governance un’amministratrice pubblica di Alì Terme, nel cui territorio insistono alcuni stabilimenti.

Già nella scorsa legislatura, l’Associazione aveva collaborato con il Governo Musumeci e con la IV commissione consiliare nell’attività di programmazione del rilancio del settore termale. In particolare, aveva fornito supporto tecnico per la definizione di una nuova legge mineraria la cui importanza e strategicità era stata individuata durante un incontro con i principali attori del termalismo siciliano e nazionale, organizzato dal Presidente Nello Musumeci a Palermo a metà dicembre del 2021.

In quella occasione, venne presentata una proposta legislativa sui giacimenti idrotermali (primi firmatari i deputati Eleonora Lo Curto e Giovanni Bulla) esitata all’unanimità dalla IV Commissione. Il disegno di legge (n.945) successivamente approdò in aula per l’approvazione finale ma lì si arenò formalmente per un cavillo giuridico legato alle disponibilità finanziarie in bilancio, ma sostanzialmente perché l’idea – contenuta nella proposta legislativa – di liberalizzare l’assegnazione o il rinnovo delle concessioni per lo sfruttamento dei bacini idrotermali, nel pieno rispetto delle direttive europee, ad alcuni parlamentari non era piaciuta. Come non piacque nemmeno a Federterme, la federazione delle industrie termali delle acque minerali e del benessere aderente a Confindustria e Federturismo, che in occasione dell’incontro promosso dal Governatore Musumeci a Palermo si era dichiarata fermamente contraria all’applicazione della cosiddetta direttiva Bolkenstein.

Per Federalberghi Terme infine, “bisogna mettere in atto una attività combinatoria tra i diversi aspetti che compongono l’offerta dei servizi termali: turismo, sanità, cultura, ambiente non trascurando l’importanza dell’agricoltura e della gastronomia. Solo in questo modo si potrà immaginare un nuovo termalismo in grado di soddisfare le aspettative della nuova clientela”