“PEPPONE E DON CAMILLO” IN SALSA BELICINA

Un moderno “Peppone e Don Camillo” nel centro belicino, dove l’arciprete si schiera contro il sindaco che ha deciso di utilizzare la canonica della chiesa come ufficio comunale.

Il parroco, dopo una interlocuzione che non ha prodotto nessun effetto concreto, ha richiamato addirittura la parentela del sindaco in carica con un parroco del passato, un religioso che all’epoca aveva con forza voluto la realizzazione della parrocchia e dei locali annessi. L’arciprete è Don Filippo Barbera, che ha chiamato a raccolta i consiglieri comunali di opposizione, chiedendo a loro un sostegno politico.

Don Barbera aveva inoltrato una missiva al sindaco Franco Valenti ed ai consiglieri comunali, con la quale rivendicava la consegna dei locali della canonica di “S.Antonio Abate”, evidenziando che alla comunità ecclesiale mancano spazi adatti per l’attività dei giovani per l’oratorio e per le attività religiose quale catechismo ed intrattenimento vario

. Il parroco lamenta anche il fatto che il sindaco sta tradendo un impegno che era stato preso dallo zio, don Andrea Valenti, che fortemente aveva voluto la costruzione di questa parrocchia finanziata dal Ministero dei Lavori Pubblici, un’opera che ora il nipote a suo dire in modo scorretto vorrebbe togliere alla comunità ecclesiale.

I consiglieri di minoranza di Santa Margherita Belice non se lo sono fatti dire due volte, trovando nella vicenda una nuova occasione di critiche all’amministrazione guidata da Franco Valenti, che proprio nei giorni scorsi ha cambiato tre dei quattro assessori in carica. L’ex sindaco Giorgio Mangiaracina, oggi consigliere, si è schierato con Don Filippo Barbera e con altri colleghi ha chiesto la convocazione del consiglio comunale per trattare l’intricata vicenda.

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