PENTITO GIUFFRE’: “COSA NOSTRA NEL 1991 DECISE DI UCCIDERE LIMA, I SALVO, MANNINO, VIZZINI E ANDO'”
Il collaboratore di giustizia Antonino Giuffrè, ex boss, detto “il professore”, ha raccontato le fasi di un 1991 nel quale Cosa Nostra decise di far fuori Lima, i cugini Salvo, Mannino, Vizzini e Andò. Una lunga lista di omicidi che segnava la rivolta di Cosa Nostra contro chi non tutelava alcuni punti chiave per l’organizzazione della mafia.
Racconta Giuffrè: “Slavo Lima era il referente ufficiale di Cosa Nostra na livello provinciale. Ma c’erano anche altri personaggi importanti come i cugini Salvo e Vito Ciancimino. In provincia di Agrigento c’era Mannino”.
Poi ha continuato la sua narrazione ai pm Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia nel coirso dell’udienza: “Fino al 1987 il voto era per la Democtrazia Cristiana, poi ci fu un cambiamento. Se ne parlò nella commissione provinciale con Riina. Non si doveva più votare la Democrazia Cristiana ma il Partito Socialista. Una parte di Cosa Nostra optò per il Partito Radicale”.
L’anno della svolta fu dopo l’arresto di Riina nel 1993. “Fu Bernardo Provenzano a segnare la linea. Non mi parlava più di omicidi e violenze, ma mi disse che si doveva mettere da parte l’attacco allo Stato, perchè contro lo Stato si perde”.
“In quel momento- continua Giuffrè- Provenzano mi sembrava un altro, aveva adottato al strategia del calati iunco ca passa la china. Aveva un atteggiamento da vittima come se le colpe fossero solo di Riina”.
Secondo quanto racconta Giuffrè, “iniziarono nuovamente i contatti con la politica, “con Forza Italia. “Mi rivolsi all’avvocato Antonio Battaglia, poi diventato senatore del Pdl. Io gli apriì la strada a Bagheria, dal puintoi di vista elettorale. In cambio, gli chiedevo di interessarsi delle questioni che riguardavano Cosa Nostra, la legge sul sequestro dei beni e il carcere duro.