Pd siciliano, aspro scontro interno. Ecco perchè Termine & C. si sono tesserati a fine dicembre
Altro che sorrisi e dichiarazioni di giubilo da parte del deputato regionale Michele Catanzaro e del segretario provinciale Simone Di Paola. La lotta interna si scatena anche a Sciacca e Termine è in contrapposizione “correntizia” con Catanzaro
SCIACCA- Il tesseramento repentino e urgente al Pd da parte del sindaco Fabio Termine, dei suoi assessori e del suo gruppo (sottoposto a inesorabile cura dimagrante con la volatizzazione del movimento Mizzica), trova una sua vera motivazione. A monte c’è una lotta in vista del congresso e sulla vetta c’è una lotta tra la corrente che fa capo a Bonaccini, di cui il deputato regionale saccense è illustre rappresentante, e quella il cui riferimento è Provenzano, fedele all’area Schlein, segretaria nazionale del Pd. La linea di quest’ultima area è quella di far votare, in vista del congresso regionale, solo i tesserati che hanno confermato l’iscrizione entro il 31 dicembre scorso. Barbagallo intende mettere sul campo una sorta di election day del Pd dove proporre che nella stessa giornata si votino i presidenti dei circoli cittadini e anche i segretari provinciali e regionale. Ecco, dunque, spiegato, la fretta e il cammino sottotraccia del sindaco Fabio Termine convertito con urgenza sulla via del Pd e finito tra le braccia di Provenzano. L’avversario politico interno dell’onorevole saccense Michele Catanzaro. Termine si è messo sotto le ali di Provenzano per condurre un braccio di ferro con Catanzaro. Una guerra a suon di tesserati. Le dichiarazioni di giubilo di Catanzaro e Di Paola non sono altro che di circostanza. Il braccio di ferro è appena iniziato e nel prosieguo ne vedremo delle belle. Del resto, una adesione di Termine al Pd, partorita con “amore”, sarebbe stata accompagnata da una pomposa conferenza stampa da parte di Catanzaro e Di Paola. Silenzio, invece. C’è una lotta intestina al Pd in vista del congresso e delle prossime elezioni a vari livelli. Il sindaco Termine era stretto dalle pressioni del gruppo di Michele Catanzaro, e le assenze in massa dei consiglieri comunali del Pd nelle sedute consiliari. Fabio Termine & C. avevano tempo entro il 31 dicembre per tesserarsi nel Pd. Altrimenti il sindaco rimaneva senza paracadute. Del resto, appare strano che il sindaco di Sciacca aderisca ad una corrente diversa da quella del deputato saccense e capogruppo Pd all’Ars. Nulla di passione ideologica sta accadendo nel gruppo di Fabio Termine ma un mero calcolo di convenienza politica, prospettive politiche future annesse.
Intanto, nel Pd siciliano scoppia il caso dei deputati che non hanno versato il contributo di 500 euro al mese al Pd. C’è un deputato del Pd che non ha quasi mai versato il contributo. Nella segnalazione che qualche settimana fa è partita da Palermo a Roma e che è diventata d’attualità per via dello scontro apertosi sul congresso, figurano come morosi tutti i deputati eletti all’Ars tranne Valentina Chinnici, Antonello Cracolici e Nello Dipasquale. In alcuni casi il debito è alto perché quasi nulla è stato versato dall’inizio della legislatura, cioè da 26 mesi. In altri casi i versamenti sono stati intermittenti.
Comunque, è prevedibile che da qui a marzo, quando dovranno essere presentate ufficialmente le candidature alla segreteria regionale si risolva il problema dei mesi di contribuzione mancanti. Da qualche giorno, intanto, fra i deputati di area Bonaccini, dove un ruolo importante lo ha Michele Catanzaro, si fa l’ipotesi di lanciare anche Giuseppe Lupo nel toto successore di Barbagallo. L’area Bonaccini chiede che il nuovo segretario venga votato nei gazebo con primarie aperte. L’area della segretaria nazionale vuole che votino solo i tesserati.