PD: MARINELLO CHIEDE AIUTO ANCHE A CAPODICASA
Nei prossimi giorni il partito avvierà le consultazioni bilaterali
Ieri sera nuova riunione del Partito Democratico di Sciacca. L’incontro si è svolto nella segreteria politica del deputato regionale Enzo Marinello. Dopo il segretario provinciale Emilio Messana, dopo il presidente dell’assemblea del Pd, Pippo Sinesio, è arrivato a Sciacca il leader Angelo Capodicasa, ormai incontrastato “capo” del Pd agrigentino, con i soli ADragna e Panepinto a conhtrastarlo, ma messi chiaramente in minoranza.
L’argomento di discussione non è certamente l’alto tasso dello spreed, o la grave crisi greca. Il nocciolo della riunione è quella chiarezza tutta interna al partito che ancora non riesce a definirsi. Mentre il sindaco rilascia chiama le tv e rilascia interviste convinto di aver ricevuto “una fiducia incondizionata dal Pd” e sfidando l’opposizione a fargli una mozione di sfiducia, la realtà cozza con le sensazioni e con le speranze di avere la situazione in mano.
Le scuole di pensiero interne al Pd si dividono tra chi vuole l’azzeramento della giunta e chi no. All’interno del gruppo consiliare del Pd, l’ala intrasigente verso l’azzeramento è formata da tre consiglieri comunali, Coco, Fiorino e Sabella. Paolo Mandracchia e Mario Montalbano non ne sono, però, convinti. Al di là dell’azzeramento (che non sarebbe una brutta idea ma solo per elevare qualitativamente la giunta), si chiede con insistenza al sindaco un cambiamento di rotta capace di imprimere slancio ad un’attività politica-amministrativa caratterizzata da un encefalogramma piatto. Senza dimenticare quella incalzante richiesta di chiarezza sulla vicenda (vergognosa) del plesso sclolastico di via Nastasi.
Due riunioni “solenni” non sono ancora servite a calmare le acque. Noi siamo convinti che la partita è assolutamente aperta e che la breve “bonaccia” sia preludio di bassa pressione e quindi tempesta. Anche se, in arrivo, c’è un altro fronte di bassa tensione, proveniente da zona diversa dal Pd, e che è considerata la più insidiosa.
Nella riunione si è deciso di iniziare incontri bilaterali con gli alleati. Dunque, i rapporti tra sindaco e alleati sono tutt’altro che “normalizzati” e la “fiducia incondizionata” di cui parla il sindaco è roba da fantapolitica. In buona sostanza, il sindaco è stato posto sotto “amministrazione controllata” con l’auspicio che possa cambiare svolta e marcia al percorso politico-amministrativo.
Gli alleati chiedono, in buona sostanza, al sindaco di “fare il bravo” e vogliono avere più voce in capitolo per recuperare una fase di involuzione e impopolarità che rischia di compromettere le prospettive di tutti. Ma, intanto, invocano una cabina di regia mirata a fare da torre di controllo alla navigazione sindacale. Un’inversione di tendenza che appare assai difficile che il sindaco possa effettuare.