EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

L’effetto Renzi approda a Sciacca. In verità le prime cime sono state assicurate al molo con l’elezione del capogruppo consiliare del Pd, Gioacchino Settecasi. Adesso, c’è da compiere un altro attracco, quello della segreteria cittadina. La rotta è tracciata e manca poco a raggiungere l’approdo. Il 25 giugno, data di celebrazione del congresso locale del Pd, sancirà la svolta con l’elezione di Michele Catanzaro.

E’ solo una questione di nome? No. C’è altro che non va assolutamente sottovalutato, né sottaciuto. C’è una svolta generazionale. La vecchia guardia, quelle delle tessere, quelle delle forzature (vedi ultimo congresso cittadino del Pd) viene asfaltata. Emerge una nuova fase che va seguita, ma anche incoraggiata. Viene meno una nomenclatura tipica del partito che per decenni si è ancorato a schemi datati, troncando ogni tentativo di rigenerazione.

Michele Catanzaro rappresenta ben altro di un gruppo emergente che ha trovato linfa nella rottamazione di Renzi. Attorno alla designazione del giovane politico c’è una propulsione generazionale che è più ampia e che coinvolge i Coraggiosi di Fabrizio Ferrandelli e rappresentato a Sciacca da Filippo Marciante. C’è anche Simone Di Paola, e una platea di giovani che gravitano a sinistra ma che il vecchio Pd non ha saputo ascoltare, con il risultato che essi hanno dovuto dirottare la loro voglia di interessarsi della cosa pubblica nell’ambito di varie associazioni nate ultimamente. Giovani che sono stati letteralmente allontanati dalla deleteria idea che è “meglio essere pochi” che aprire il partito a nuove proposte, nuovi impulsi. Vecchie idee figlie di parlamentari nazionali e regionali impregnati di naftalina.

Il prossimo congresso del Pd saccense non sancirà solo il nuovo segretario cittadino, ma traccerà il solco di una nuova dirigenza che avrà l’arduo compito di aprire un dialogo capace di essere calamita e rivitalizzare il dibattito politico in una città incagliata tra le secche dell’effimero, del superficialismo. La nuova dirigenza avrà il compito di traguardare le prossime amministrative. Dovrà convincere di essere la vera alternativa al centrodestra e gettare acqua sulle fiamme di una rabbia che monta sempre più in città e che guarda il Movimento 5 Stelle. La nuova dirigenza deve convincere di essere fucina di idee, deve convincere di essere all’altezza di diventare punto di riferimento del frammentato sistema di sinistra.

La nuova dirigenza deve convincere su un’idea di città guardando avanti negli anni. Non programmi col copia e incolla e con banali annunciazioni che tali rimangono. La sfida della nuova dirigenza del Pd, della nuova generazione che assumerà le redini, deve ancorarsi ad una programmazione di lungo respiro capace di dipingere una nuova Sciacca, capace di traghettarla dalle potenzialità alle concretezze. Questo deve dimostrare, altrimenti rappresenterà un’idea vecchia portata sulle spalle da giovani invecchiati precocemente.

 

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