PD, FU VERA GLORIA? NO
Il PD di Sciacca festeggia, giustamente, l‘elezione di Francesca Valenti. Vi sono autorevoli personaggi che spruzzano felicità da tutti i pori. E’ necessario che si smaltisca l’effetto della vittoria, ma poi i numeri bisogna leggerli. Siamo fortemente convinti che Francesca Valenti ha la capacità per dare appropriata lettura. Il PD ha subito una sonora sconfitta nei ballottaggi avvenuti nei comuni. Avanza il centrodestra che si ricompatta, Renzi è in difficoltà come lo sono i cespugli nati recentemente. L’importante, nel PD, è litigare, dividersi.
Ma lasciamo stare il campo nazionale. Guardiamo Sciacca. Il PD ha totalizzato 1.800 voti. Non è un risultato eclatante. Non lo è perché ha preso meno voti della lista di Nuccio Cusumano e Filippo Bellanca. Non lo è perché ha preso solamente 538 voti in più della lista Nostra Sciacca, quella della Valenti. Una lista che è una new entry. Non lo è perché ha preso solo 417 voti in più dalla lista di sinistra, Uniti per Sciacca di Fabio Leonte, Paolo Mandracchia e Cinzia Deliberto. Non lo è perché ha preso solo 437 voti in più di Sicilia Futura, partito di Cimino e Cascio.
Il PD ha ottenuto solo 3 seggi, 1 in meno del gruppo di Filippo Bellanca e Nuccio Cusumano. Ha ottenuto solo 1 seggio in più rispetto a Nostra Sciacca, la new entry della Valenti, e 1 seggio in più di Sicilia Futura, non molta conosciuta a Sciacca.
Il PD ha dilapidato la “straordinaria macchina da guerra” elettorale del gruppo ex Cantiere Popolare, che aveva 3 consiglieri comunali, oggi ridotti a 1 solo con Enzo Bonomo. Simone Di Paola fa storia a parte. Il PD è necessario faccia una vera analisi interna, smaltita l’euforia della vittoria. C’è un gruppo dirigente, formato da enfant prodige che, praticamente, rappresenta solo il 3% dei voti della lista. Eppure, sembrava un gruppo imbattibile. L’euforia è una brutta bestia. Urge rimettere i piedi per terra.