PD: ANCHE A SCIACCA ARRIVANO I “ROTTAMATORI”

C’è apprensione nel partito per l’arrivo dei renziani di Michele Catanzaro. Oggi pomeriggio l’adesione ufficiale alla presenza di Davide Faraone

Sono”renziani” da oltre un anno, ma solo adesso aderiscono al Partito Democratico. Oggi pomeriggio l’attesa conclusione del percorso politico del gruppo che fa capo a Michele Catanzaro, alla guida di quella ”Nouvelle vague” della politica saccense che sembra decisa ad imprimere una svolta “naturale” senza usare le armi care ai grillini.

Se il cammino voluto dai tre consiglieri comunali eletti con Cantiere Popolare è stato curato nei minimi particolari, ovvero senza particolari strappi e nei tempi adeguati, qualche preoccupazione c’è in chi nel Pd fino ad oggi ha svolto la propria attività politica. Sono da tempo preparati al loro arrivo, ma si rendono perfettamente conto che in un gruppo dove non regna l’unità si verrà a creare una nuova identità, quella che volgarmente viene chiamata corrente. L’esempio di Renzi a Sciacca, infatti, finora non ha fatto breccia nella sinistra locale. Non c’è stato, nel Pd saccense, chi ha incarnato realmente lo spirito dei “rottamatori”.

La classe dirigente del partito non è riuscita a creare unità ed oggi ognuno dei quattro consiglieri in carica sembra agire in modo isolato. Non è un caso che per discutere dell’arrivo di Settecasi e compagni (ora sono in quattro con l’adesione di Vincenzo Bonomo) il partito si sia riunito solo ieri sera, poche ore prima dell’ufficializzazione E forse non è un caso nemmeno che ad annunciare questo importante momento (non capita tutti i giorni che il gruppo in consiglio si rafforzi di quattro persone) non sia stato il segretario cittadino del partito.

Ma a Sciacca sembra si ragioni su base regionale. Le lacerazioni e le correnti del Pd, infatti, contagiano anche la classe dirigente locale, che solo in teoria rappresenta l’humus del partito, perché nessuno fino ad oggi è riuscito ad incidere nelle idee e nelle scelte di una articolata gestione dell’opposizione in consiglio comunale.

Così nel Pd di Sciacca si ripropongono gli stessi scontri che dividono a Palermo: Simone Di Paola “legato” dalla sua pesante parentela con il capo della maggioranza, Cinzia Deliberto vice segretario provinciale che non ha preso parte alla recente festa dell’Unità, Vincenzo Marinello, che è capogruppo mai eletto e che vorrebbe rientrare all’Ars, certo di essere più forte fuori dalle mura cittadine, Vincenzo Sabella che non nasconde la sua insoddisfazione personale.

L’arrivo dei “renziani” crea quindi allarme. E se volessero rottamare il partito ? Se volessero mettere da parte con i metodi del presidente del consiglio chi è giovane ma si muove da “vecchio” e non offre garanzie adeguate per il futuro ?

Nonostante Catanzaro abbia agito con discrezione, c’è la preoccupazione concreta che sfruttando la sua personalità ed il contatto con chi oggi sta al timone del Pd, Catanzaro voglia prendere in mano il partito e liberarsi dei rami secchi. Oggi in conferenza stampa Michele Catanzaro parlerà da moderato, dirà che si deve cominciare a lavorare uniti per puntare a riconquistare la guida della città, dirà magari che il gruppo potrà ulteriormente allargarsi con l’arrivo di altri consiglieri che attualmente sono nel gruppo misto, che le lacerazioni fanno male.

Ma tra ex Margherita, Ds e Socialisti, poi traghettati nel Pd, c’è apprensione alla luce dell’atteggiamento con cui il segretario nazionale sta proseguendo la sua opera di rotttamazione. Non è drastica come ci si attendeva, ma sta facendo male…

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