PARLA SIINO: “NEGLI ANNI ’70 RAPPORTI E INCONTRI TRA MANNINO E IL COLONNELLO SUBRANNI”

Già negli anni Settanta l’allora colonnello dei carabinieri Antonio Subranni, poi diventato capo del Ros, e l’ex ministro Calogero Mannino avevano rapporti e incontri.

Lo ha riferito ai Pm palermitani che indagano sulla trattativa Stato-mafia, il pentito Angelo Siino, interrogato l’1 ottobre scorso. I verbali sono stati depositati all’udienza sulla trattativa che si è aperta ieri. Sia Mannino che Subranni sono imputati di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato. A riferire a Siino dei rapporti tra il colonnello e l’onorevole siciliano è stato il maresciallo Giuliano Guazzelli, all’epoca comandante della Stazione dei carabinieri a Santa Ninfa, che gli riferì di avere in più occasioni accompagnato Subranni da Mannino.

”I carabinieri del Ros – ha detto Siino ai pm – vennero indirizzati contro di me per la famosa indagine mafia-appalti proprio da Mannino”. Fu Giuseppe De Donno, ex ufficiale del Ros imputato nel processo sulla trattativa, a confermargli la circostanza, che già gli aveva confidato Guazzelli. “De Donno mi disse che Mannino li aveva contattati – ha detto Siino – per indagare su di me. Ai carabinieri avrebbe detto:”… e ora vediamo se il ministro sono io o è lui (Siino è infatti noto come il ‘ministro dei Lavori Pubblici di Cosa Nostrà)”.

Secondo Siino, Mannino avrebbe avuto rancore nei suoi confronti per questioni legate ad affari nell’agrigentino. Nonostante i dissidi, il pentito si sarebbe però opposto all’uccisione di Mannino che gli era stata annunciata dal boss Bernardo Brusca.

Sull’alleggerimento del regime del 41 bis, che sarebbe stato secondo gli inquirenti la contropartita dello Stato per l’interruzione delle stragi del ’92-’93, Siino ricorda che il carcere duro divenne effettivamente meno pesante per alcuni detenuti mafiosi, anche di un certo spessore criminale, mentre per lui rimase invariato.

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