PAPA FRANCESCO A PALERMO: “NON SI PUÒ CREDERE IN DIO ED ESSERE MAFIOSI”

Il messaggio di papa Francesco a Palermo è stato chiaro: “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere”. Il grido del Papa contro i boss continua: “Agli altri la vita si dà, non si toglie. Non si può credere in Dio e odiare il fratello, togliere la vita con l’odio”. “Dio-amore ripudia ogni violenza e ama tutti gli uomini. Perciò la parola odio va cancellata dalla vita cristiana; perciò non si può credere in Dio e sopraffare il fratello”.

Papa Francesco è stato a Palermo per ricordare don Pino Piglisi, il parroco del quartiere Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre di 25 anni fa.

INCHINO MADONNA A CASA BOSS ASSOLUTAMENTE NO.  “Quando la Madonna si ferma e fa l’inchino davanti alla casa del capomafia, no questo non va assolutamente – tuona Bergoglio -. Chiedo quindi di vigilare attentamente affinché la religiosità popolare non venga strumentalizzata dalla presenza mafiosa, perché allora, anziché essere mezzo di affettuosa adorazione, diventa veicolo di corrotta ostentazione”.

“POPULISMO CRISTIANO”.  Anche il papa parla di populismo: ma quello cristiano, dice, è ascoltare il popolo. “Abbiate paura della sordità – scandisce nell’omelia – di non ascoltare il popolo, questo è l’unico populismo cristiano: ascoltare il popolo”. Poi il ricordo di don Pino Puglisi: “Se ognuno fa qualcosa, si puo’ fare molto’, ripeteva don Pino. Quanti di noi mettono in pratica queste sue parole? Oggi, davanti a lui domandiamoci: Che cosa posso fare io? Che cosa posso fare per gli altri, per la Chiesa?”. “Non aspettare – ha esortato il Papa – che la Chiesa faccia qualcosa per te, comincia tu. Non aspettare la società, inizia tu! Non pensare a te stesso, non fuggire dalla tua responsabilità, scegli l’amore! Senti la vita della tua gente che ha bisogno, ascolta il tuo popolo. Questo è l’unico populismo possibile, l’unico populismo cristiano: sentire e servire il popolo, senza gridare, accusare e suscitare contese”.

A PIAZZA ARMERINA. La visita di in Sicilia Bergoglio è iniziata di prima mattina a Piazza Armerina, nell’Ennese, accolto una folla di 40mila persone. “E’ bello il sole della Sicilia. E’ bello”, ha esordito nel suo discorso, pronunciato su un piccolo palco bianco e arancione. Il Papa ha poi proseguito ricordando “le piaghe” che affliggono l’isola, dalla disoccupazione alla “migrazione di interi nuclei fmailiari”, per poi rivolgersi ai preti, a cui ha chiesto in un appello di “avere pazienza”. E immaginando un colloquio con un fedele che non va a messa “perché la predica dura 40 minuti”, ha scandito: “la messa intera deve durare 40 minuti, la predica non più di 8”.

“Non sono poche – ha detto Papa Francesco nel suo discorso a Piazza Armerina – le piaghe che vi affliggono. Esse hanno un nome: sottosviluppo sociale e culturale; sfruttamento dei lavoratori e mancanza di dignitosa occupazione per i giovani; migrazione di interi nuclei familiari; usura; alcolismo e altre dipendenze; gioco d’azzardo; sfilacciamento dei legami familiari”. “Di fronte a tanta sofferenza, la comunità ecclesiale – ha osservato Francesco – può apparire, a volte, spaesata e stanca; a volte invece, grazie a Dio, è vivace e profetica, mentre ricerca nuovi modi di annunciare e offrire misericordia soprattutto ai fratelli caduti nella disaffezione, nella diffidenza, nella crisi della fede”.

L’invito ai 40mila presenti è quello a  impegnarsi  per “la nuova evangelizzazione di questo territorio centro-siculo, a partire proprio dalle sue croci e sofferenze”. Poi l’esortazione ai giovani: “Vi incoraggio – ha detto – ad essere artefici del vostro destino”.