“Paga e riavrai l’amore”, maghi estorcono 1.8 milioni di euro a insegnante

PATTI.  Le hanno estorto 1.8 milioni di euro. Lei è un’insegnante conosciuta in paese, benestante, senza figli e con un patrimonio ereditato dai genitori. Era diventata, tra gli oltre 10 truffati,  la vittima preferita del disegno criminoso della banda degli otto finti maghi. 
Hanno raggirato l’insegnante per sette anni estorcendole oltre un milione e 800mila euro, versati in carte di credito ricaricabili intestate ai truffatori o a loro prestanome. Il gruppo di falsi sensitivi e chiromanti, arrestati a maggio dalla procura di Patti per associazione per delinquere, truffa aggravata, violenza privata e tentata estorsione, aveva ridotto la donna a non avere più il denaro per comprarsi il pane, con le società di recupero crediti alla porta di una casa non più sua ma pignorata dai creditori.

La gang aveva base a Santo Stefano di Camastra ed era molto radicata nei paesi della costa tirrenica messinese. A capo c’era una donna, Elvira Parisi, che metteva nel suo mirino criminale  le persone psicologicamente fragili per un lutto, per la fine di una relazione, per aver perso il lavoro o per avere scoperto di essere malate.
Elvira Parisi sapeva della fine della relazione e, dopo i primi contatti amichevoli, la mise in guardia dai malefici che, a suo dire, le stavano lanciando i parenti dell’uomo che aveva appena lasciato. “Mi disse che, se avevo disponibilità economiche, mi avrebbe messo in contatto con persone dai potentissimi poteri occulti che mi avrebbero salvata dai malefici”.

Sette anni di raggiri che l’insegnate ha capito solo nell’ultimo periodo.  “Ha cercato di convincere i truffatori a farsi ridare il denaro – spiega il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che ha coordinato le indagini dei sostituti Federica Urban e Alessandro Lia – naturalmente senza riuscirci. Anzi in quel momento sono iniziate le minacce di raccontare tutto ai familiari, di rendere pubblici filmati compromettenti”.

Le indagini, si sono estese per quasi due anni tra intercettazioni telefoniche, numerose testimonianze e perquisizioni. Un lavoro certosino che ha accertato che l’associazione a delinquere faceva perno attorno a Elvira Parisi e Gino Paterniti, detto “il conte”. Erano loro che prospettavano alle vittime rituali magici o riti esoterici (chiamati lavori, grafiche, invocazioni) sempre molto costosi, fatti con materiali speciali dal prezzo esorbitante, ma necessari alla rimozione del grave male, del “malocchio” o della “fattura”.

Come emerge dalle intercettazioni, il tono era perentorio e serviva a spaventare le vittime che, pur di liberarsi del male, erano pronte a tutto. “…lui è stato anche fatturato… io sono sensitiva…la situazione è brutta… c’è stata una donna… mi raffigura una donna che ha fatto qualche cosa su di lui e non c’è niente da fare, si deve togliere subito l’impurità… Non c’è tanto da perdere tempo, perché ogni cosa peggiora… purificazione nella tua casa…servono 70mila euro…”.