Ospedali agrigentini: per sindacato medici “ritmi di lavoro che impediscono recupero energie psicofisiche”
SCIACCA. “Silenzio della direzione strategica aziendale nonostante le varie e ripetute richieste avanzate dalla nostra organizzazione sulla grave carenza di medici sia negli ospedali che nella medicina territoriale”.
Nuovo attacco frontale all’Asp della segreteria provinciale del sindacato dei medici CIMO per i problemi di personale che ci sono in diverse branche specialistiche negli ospedali di Licata, Canicattì, Sciacca e Agrigento e nei servizi della salute mentale per le dipendenze. Per Rosetta Vaccaro, riferimento CIMO in provincia, ci sarebbe uno stato di pericolo per l’utenza a causa delle modalità con cui il servizio viene svolto
. L’organizzazione sindacale fa riferimento al costante ed eccessivo carico settimanale di ore di lavoro e alla programmazione settimanale (e non mensile come previsto dal contratto di lavoro) che, di fatto, renderebbe impossibile al personale un minimo di programmazione della propria vita privata ed il recupero delle proprie energie psicofisiche.
“E’ una situazione difficile – dice Vaccaro – aggravata dai ricorrenti e ciclici ordini di servizio aziendali che costringono i dirigenti medici di varie discipline a prestare la propria attività al di fuori della struttura di appartenenza”. Una situazione che impedirebbe ai medici di fruire delle ferie.
“Non è tollerabile – aggiunge la sindacalista – che la direzione strategica non abbia un piano di programmazione, che possa mettere in atto strategie alternative per garantire i LEA e la salute dei lavoratori sia delle unità ospedaliere che del territorio ormai abbandonati a se stessi. Anzi le responsabilità invece che avocarle a se, vengono demandate ai direttori di dipartimento o ai direttori facente funzione che non hanno a disposizione le risorse per gestire e garantire il normale funzionamento dei servizi”.
CIMO torna a chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico con le organizzazioni sindacali per potere affrontare la rimodulazione dei servizi per evitare “quella fuga del personale medico che migra verso altre Aziende Sanitarie della Stessa Regione Sicilia sovente per andare ad occupare incarichi a tempo determinato, pur di beneficiare di situazioni più organizzate e gratificanti”. I sindacati puntano adesso a coinvolgere i sindaci dei Comuni per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle carenze in atto.
Giuseppe Recca