Ospedale Ribera, tante voci e di nuovo “agitazione”
RIBERA. La chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Ribera, azione tra le altre cose prevista nel precedente piano ospedaliero prima dell’emergenza sanitaria, sta determinando una certa mobilitazione.
Oggi è in programma una riunione per decidere gli aspetti organizzativi: la chiusura del pronto soccorso verrebbe in parte sostituita con un potenziamento del sistema guardia medica che fornirà continuità assistenziale e non con quel Presidio Teerritoriale di Emergenza previsto già prima della pandemia. E’ quest’ultimo aspetto che preoccupa: i medici dì continuità assistenziale svolgono e sostituiscono le attività dei medici di medicina generale durante gli orari notturni e nei giorni festivi e pre festivi. Ribera perderebbe il sistema d’urgenza e di emergenza.
Il servizio, per come è previsto, prevede il raddoppio dei medici; in notturna, con due medici di continuità assistenziale, uno per le visite domiciliari ed uno per le attività ambulatoriale e in diurno feriale con i medici di pronto intervento, i quali rappresentano sempre medici di continuità assistenziale che svolgono normalmente i codici bianchi e attività ambulatoriale. Un secondo medico di continuità assistenziale farà le eventuali visite domiciliari. Ma è prevista l’ambulanza del 118 con un medico.
Nell’ambito di questo programma, a Ribera si prevedono figure aggiuntive dei cardiologi. In mattinata il sindaco Matteo Ruvolo è impegnato a verificare cosa sta programmando l’Asp. Gli operatori sanitari sono sconfortati e delusi. Una situazione che riporta all’attenzione il caso ospedale di Ribera, messo da parte durante i mesi di lunga campagna elettorale. E c’è ovvia fibrillazione per quello che viene definito un ridimensionamento nonostante l’attivazione del Covd Hospital.
“L’unico metodo per scongiurare la chiusura del pronto soccorso – hanno commentato il consigliere comunale Aurora Liberto e l’ex consigliere comunale Nino Armenio – è quello di ribadire la necessità che tutto il personale medico e di infermieristica rimanga al pronto soccorso a svolgere le proprie attività. Solo così effettivamente il pronto soccorso può rimanere aperto, perché far lavorare i medici di continuità assistenziale non significa avere il pronto soccorso operativo”.