OSPEDALE, IL COMITATO CIVICO PER LA SANITA’ SCRIVE AI SINDACI E DEPUTATI. SI PROSPETTA LO SCIOPERO GENERALE PER IL 25 NOVEMBRE
Nella lettera sono spiegate le ragioni delle preoccupazioni del declassamento dell’ospedale di Sciacca, ma anche alcuni punti che potrebbero essere oggetto di garanzie per evitare la mobilitazione
Questa la lettera del Comitato per la sanità di Sciacca inviata a sindaci e deputati. La lettera è firmata dal portavoce Ignazio Cucchiara e dal coordinatore Franco Giordano.
Il Comitato per la sanita’ di Sciacca esprime preoccupazione e sconcerto per la perdurante incertezza sul destino dell’ospedale di Sciacca per come viene delineato della sempre nuove bozze per il riordino della nuova rete ospedaliera siciliana. L’attuale classificazione come Presidio Ospedaliero di base sembra non tenere nel dovuto conto le molteplici specialita’ (cardiologia con UTIC, emodinamica, rianimazione con camera iperbarica, oculistica, oncologia, servizio immunotrasfusionale, Banca del cordone…) presenti oltre a quelle essenziali degli ospedali di base, che da diversi lustri ne hanno caratterizzato l’offerta assistenziale verso utenti provenienti da un territorio compreso tra le province di Agrigento, Trapani e Palermo.
Tale ruolo strategico non casualmente era stato alla base della precedente identificazione come Azienda Ospedaliera per l’emergenza di 2° livello. Con l’abolizione delle province, vincolare la classificazione di un ospedale come quello di Sciacca ad un ambito territoriale, quello dell’ASP di AG, che mai ha corrisposto a quello degli utenti che effettivamente vi afferiscono, avrebbe dovuto rendere quasi ovvia la sua ri-classificazione come “Spoke”.
Ma anche lo stesso “Documento metodologico…”, prot.64501 del 25 luglio 2016, dell’ Ass. Reg.le, laddove descrive gli ambiti territoriali (pag. 5) alla base delle diverse tipologie di ospedali avrebbe consentito (e consentirebbe) una classificazione quantomeno come Spoke del P.O. Di Sciacca.
Sarebbe paradossale che questa classificazione venisse negata ad un ospedale che già dispone, per esplicita ammissione del succitato documento (pag. 12, punto 7) delle specialità di cui dovrebbero attrezzarsi altri ospedali identificati come spoke.
Ma e’ la “rimodulazione” delle UU.OO. di ogni singolo ospedale, affidata alla discrezionalità dei direttori di ogni ASP ad accrescere le perplessita’ sul destino del P.O. di Sciacca. Se le valutazioni sui dati di attività dei singoli reparti, e quindi sul loro destino concreto, dopo anni di mala gestione, di decurtazioni di fatto di personale e risorse verranno demandati all’attuale direzione dell’ASP di AG, che fino ad oggi non ha dato sicuramente prova di grande attenzione per l’inesorabile degrado dell’assistenza ospedaliera nel nostro territorio, sullo sfondo delle sempre peggiori condizioni di lavoro del personale, dei gravissimi disagi dei pazienti e del degrado della stessa struttura fisica dell’ospedale, si capirà perche’ le rassicurazioni del sig. Assessore sul destino del P.O. Di Sciacca rischiano di cadere nel vuoto.
Il Comitato chiede pertanto ai sig. Sindaci dei comuni che afferiscono al nostro ospedale, alla deputazione regionale e nazionale, di farsi una volta e per tutte parte diligente presso la direzione dell’ASP, l’assessorato reg.le e in ogni altra sede per ottenere formali (ufficiali) rassicurazioni:
a) sulla classificazione di livello superiore del P.O. di Sciacca (come Spoke inter-provinciale o, con altra classificazione che prenda semplicemente atto del bacino d’utenza fin qui servito;
b) che nessuna delle attuali specialità esistenti verrà comunque messa in discussione; c) sulla tempistica e le modalita’ attraverso cui verranno sbloccati i concorsi per la copertura dei posti vacanti.
In mancanza di significative novita’, il Comitato Civico per la Sanità di Sciacca promuoverà per il giorno 25 novembre p.v. una manifestazione popolare di protesta delle popolazioni dei nostri comuni per richiamare l’attenzione della classe politica sui rischi che incombono sul mantenimento dei livelli minimi di funzionalita’ delle nostre strutture sanitarie.