OSPEDALE “ICE”. NIENTE RISCALDAMENTO, LA VECCHIA CALDAIA NON HA LA FORZA DI POMPARE CALDO

Tantissime le lamentele. Pazienti e personale al freddo. Anche in maternità le temperature sono basse

All’ospedale Giovanni Paolo II, più che esultare per l’elevazione al profilo “Spoke”, si balla dal freddo. Quasi tutti i reparti sono con temperature piuttosto basse, specie in questi giorni di ondata artica. Insomma, non c’è il conforto dell’aria mite dei riscaldamenti e utenti, medici, infermieri, familiari, battono i denti. Come li battono pure in foresteria, quell’area “albergo” riservata, a prezzi accessibili, ai familiari dei ricoverati, quelli che provengono da fuori Sciacca. Temperature basse anche nei reparti dedicati ai neonati. In questi giorni si è replicato l’atmosfera della grotta di Betlemme. Solo che lì c’erano il bue e l’asinello a riscaldare il Bambinello.

Da fine agosto, la ditta che cura la manutenzione delle caldaie e degli impianti di riscaldamento non è più la Gemmo, brand di caratura nazionale. Il servizio è stato affidato ad un’altra impresa, di Favara. 

A pompare calore è la vecchia caldaia, e nonostante l’età con la Gemmo riusciva, però a svolgere il suo compito. Da qualche mese è stata collocata una nuova caldaia, ma ancora non èoperativa.

L’aria mite arriva solo in quelle stanze prossime alla caldaia, per via della brevità del tratto che l’aria calda deve compiere. Superati i pochi metri, ecco che la vecchia caldaia manifesta tutta la sua età.

Diverse sono state le lamentele e segnalazioni giunte alla nostra redazione. La dottoressa Rosanna Dubolino, coordinatrice del settore amministrativo, ci ha assicurato che la questione è stata sottoposta al management e che per la seconda caldaia si sta provvedendo per la sua messa in esercizio. Ma sono trascorsi già diversi mesi dalla sua collicazione.  

E per procurare meno disservizi possibili, tutti gli uffici amministrativi, compresi quelli della direzione, hanno avuto disposizione di chiudere i termosifoni. Insomma, si sta facendo del tutto per far faticare il meno possibile la vecchia caldaia. Se va il tilt, c’è il rischio che in ospedale si possano incontrare orsi polari. 

Per il resto, l’ospedale accusa i soliti inconvenienti, a iniziare dagli ascensori, a tante lampade fulminate, all’igiene non certo esemplare, specie nelle scale diventate aree per fumatori e nelle quali c’è il peggio del peggio. Per non parlare della carenza del personale. Ma questo è un tasto che attende da anni per suonare. I concorsi sono ancora bloccati e si attende l’esito della nuova rete ospedaliera che deve ricevere l’ok dal Ministero della Salute.

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