OSPEDALE “GIOVANNI PAOLO II”, REPARTO CARDIOLOGIA IN SOFFERENZA

I problemi non finiscono mai per l’ospedale di Sciacca e per il reparto di cardiologia.

Dopo avere appreso che il dottore Ennio Ciotta ha rinunciato al trasferimento a Sciacca con l’incarico di primario facente funzioni (rinvio disposto anche dall’Asp fino al 4 dicembre in attesa di trovare un’altra unità per la cardiologia di Licata) veniamo a conoscenza della notizia che il reparto sarà ulteriormente in sofferenza con il trasferimento per mobilità del dirigente medico Ettore Scalici a Palermo a partire dal prossimo 1 dicembre e della disponibilità sempre a tempo del cardiologo Giuseppe Licata, che svolge servizio a Ribera ma viene trasferito a Sciacca con incarichi di 15 giorni che potrebbero non essete rinnovati. A tutto ciò si deve aggiungere la voce della richiesta di prepensionamento che starebbe per presentare l’attuale primario facente funzioni Rino Dulcimascolo, il quale com’è noto non ha affatto gradito che l’Asp non lo abbia scelto per l’incarico, affidato invece al più giovane Ciotta.

Il reparto si avvale dunque di 8 dirigenti medici, uno dei quali non fa i turni di notte. In questo stato di precarietà, con turni massacranti e l’impossibilità di programmare attività ospedaliere e attività personali (ci sono infatti i corsi di formazione che i sanitari devono rispettare) non si può dire che la sanità saccense, ed in particolare un reparto salvavita come la cardiologia, sia in grado di offrire servizi efficienti con personale che lavora in modo sereno.

Le varie problematiche sono state segnalate alla direzione Asp, ma in una fase in cui i commissari regionali sono in fibrillazione c’è il rischio che le questioni localistiche vengano trascurate. Il deputato regionale Matteo Mangiacavallo, ad esempio, non sarebbe riuscito a mettersi in contatto con il commissario Gervasio Venuti. 

Giuseppe Recca


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