Ortopedia (e non solo) è l’emergenza degli ospedali dell’intera provincia agrigentina. Mancano i medici, ma abbonda la lotta politica

AGRIGENTO- Da Sciacca a Licata, passando per il Capoluogo di provincia, è una emergenza continua nelle strutture ospedaliere. Non è un caso solo agrigentino poiché lo è a livello nazionale. Fughe dei medici dalla strutture pubbliche verso quelle private dove il trattamento economico è più attrattivo e i turni meno stressanti. E’ un tema che investe la sanità italiana.

La politica sembra cadere dalle nuvole e l’unica strada che sembra percorrere è quella si scaricare le colpe sugli avversari, su chi ha governato. Dimenticando che abbiamo avuto governi di centrodestra e centrosinistra. Il tema della sanità pubblica è stato trattato con superficialità e senza programmazione. Spesso con scelte scellerate che hanno, a malapena, nascosto il tentativo di indebolire la sanità pubblica. Senza dimenticare la follia del numero chiuso in medicina nelle università.

I medici mancano. Tanto negli ospedali dell’Agrigentino, quanto nei vari servizi dell’azienda sanitaria provinciale . Quest’ultima sta cercando di salvare il salvabile facendo ricorso, o prorogare, incarichi autonomi libero professionali a medici in quiescenza. Il tentativo anche di arruolare medici stranieri. Sono arrivati argentini ma poi hanno scoperto la lieta e attraente sirena proveniente dai privati e hanno optato per stipendi più consistenti.

L’ortopedia è la branca delle strutture ospedaliere agrigentine che attualmente sta creando seri problemi e disagi alla popolazione. Ben cinque medici si sono dimessi per approdare in altre strutture private. C’è il serio rischio che chi ha bisogno

C’è un serio problema che riguarda, in modo particolare, la sanità pubblica siciliana. La politica sembra vivere su Marte, specie quella agrigentina. Al di là delle eventuali questioni gestionali che sembrano esistere solo nella provincia agrigentina, bendando gli occhi sulle altre Asp (la vicinissima Castelvetrano non è messa bene), ci appare ben evidente, nella nostra provincia, una accesa lotta politica che vela malamente un attacco ben specifico all’attuale commissario straordinario. Un attacco che sembra lo sport preferito di una precisa parte politica, Forza Italia. Un attacco che ha la sua espressione ben evidente nella vicenda del bando per primario di ortopedia per l’ospedale San Giovanni di Dio.

Una delibera della direzione strategica dell’Asp di Agrigento che è stata platealmente cassata dal parte del capo del Dipartimento per la Pianificazione Strategica, tale Salvatore Iacolino. Il suo passato politico è ben noto essendo stato anche europarlamentare di Forza Italia.

Ha cassato la delibera di nomina del vincitore del bando ritenendo illegittima la medesima delibera. Comprendiamo che vengono poste a motivazione alcune normative di legge, ma altrettanto fa l’Asp di Agrigento. La stranezza appare non nel merito ma nel metodo.

Il capo capo del Dipartimento per la Pianificazione Strategica avrebbe potuto convocare il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento e, come si conviene in qualsiasi azienda, discutere nel merito. La delibera, tra l’altro, non era esecutiva. Dunque, ci sarebbe stato il tempo e il modo affinché le due entità potessero chiarire in modo diverso da quello assunto dal capo del Dipartimento.

Invece no. Si è preferito un metodo che a stento e malamente cela una lotta politica ad personam. Il tutto con una chiara compartecipazione di illustri personaggi politici. Anche l’assessore Volo sembra immaginare che il male della sanità pubblica siciliana risieda solo nella provincia di Agrigento.

Una visione davvero miope. Come strano appare che anche la deputazione agrigentina di opposizione al Governo Schifani (anche egli Forza Italia) se ne stia in religioso silenzio ed eviti di attaccare il medesimo governo, o l’assessore, o l’ex eurodeputato.

Del resto, ci sono in ballo le nuove nomine dei direttori generali e la conseguente spartizione politica. Meglio tacere, in tal caso. E’ quello che fa la classe politica. Il risultato è che a subire i disagi è la popolazione agrigentina. E le manifestazioni delle associazioni civiche e dei cittadini da sole non bastano. Serve altro. Ed è grazioso che ci si rivolge alla politica quando è la stessa politica che ne fa una più del diavolo.

Filippo Cardinale