ORLANDO: “IL DISAGIO RISCHIA DI TRASFORMARSI IN RABBIA SOCIALE”
Per il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, l’ultimo DPCM “dà una risposta ancora parziale all’esigenza di fissare regole certe settore per settore e consentire liquidità per famiglie ed imprese. Sono ancora insufficienti le risorse che, in mancanza di integrazione oltre i previsti 3,5 miliardi, mettono comuni ed ex province nella condizione di non poter approvare i bilanci né di garantire servizi essenziali”.
Lo ha detto Leoluca Orlando a conclusione di un incontro che, svoltosi questa mattina, ha visto la partecipazione di tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza della Camera dei Deputati, delegazione Anci e Sindaci metropolitani.
Per Leoluca Orlando, “il disagio rischia di trasformarsi in rabbia sociale e i sindaci hanno il dovere di rappresentare i rischi per la tenuta delle nostre città a partire dai più deboli. Se non arrivano le istituzioni gli “stregoni” della speculazione, delle mafie e degli usurai sono pronti a prenderne il posto”.
Non nascondendo, con altri sindaci, il pericolo che si possano nuovamente registrare picchi di contagio con devastanti effetti sulla vita salute ed economia del Paese, il presidente Orlando ha spiegato: “Ciò che appare del tutto incomprensibile è continuare ad applicare agli enti locali limiti di spesa di risorse in atto disponibili presso le casse degli stessi (limiti di anticipazioni e di utilizzo di avanzo di amministrazione e di fondo crediti di dubbia esigibilità) in applicazione di leggi italiane approvate in ossequio al patto di stabilità europeo che la Unione Europea ha sospeso e l’Italia assurdamente continua ad imporre con una legislazione fuori tempo e fuori da ogni rispetto per l’emergenza. Si tratta di una posizione sterile e dannosa che non comporterebbe alcun esborso di risorse statali!”
“Da ultimo e non per ultimo – conclude Orlando – si torna a chiedere il rifinanziamento della Ordinanza di Protezione civile del 29 marzo a favore di fasce più deboli e nuovi poveri che è stato con grande celerità applicata dai Comuni e che adesso appare necessario rifinanziare in attesa che diventi concreto il reddito di emergenza”.