Opposizione: “Il sindaco ha tolto la maschera”, da “mai col Pd” al matrimonio. La mossa di cavallo di Termine

L’opposizione all’attacco dopo la decisione del giorno di San Silvestro quando il sindaco Fabio Termine applica la mossa del cavallo

SCIACCA- Era ovvio e scontato che l’opposizione facesse sentire la sua critica dopo la mossa del cavallo del sindaco Fabio Termine che dopo aver detto corna e peste del Pd, il 31 dicembre scorso si è tesserato proprio col partito tanto vituperato. “L’attuale situazione politica al Comune di Sciacca si rivela più che mai delicata e densa di significati- scrivono i gruppi di opposizione FdI, DC, Forza Italia, Lista Messina, lista Sciacca 2022 e MPA-. Fabio Termine, sindaco in carica, ha ormai abbandonato ogni pretesa di neutralità civica, aderendo ufficialmente ed improvvisamente al Partito Democratico. Questo passo rappresenta, senza dubbio, un evento epocale per la politica locale, non solo per il destino del sindaco stesso, ma anche per i suoi compagni di viaggio”. L’opposizione, almeno quella composta da 14 consiglieri (gli altri 3 sono nel gruppo misto e danno l’impressione di una forte autonomia rispetto ad una linea comune del centrodestra) evidenzia come la scelta di Termine “tradisce le origini del suo progetto politico e sancisce la dissoluzione e il fallimento del movimento Mizzica, un’iniziativa che dal marzo 2015 ha rappresentato una voce indipendente e critica nel panorama politico locale”. Poi, l’opposizione rimarca come alla recente svolta politica si “aggiunge anche la fresca adesione, anche in consiglio comunale, della consigliera comunale Daniela Campione al partito dei Verdi, ulteriore segnale della distruzione del movimento Mizzica e della fine di un progetto che molti cittadini avevano considerato una speranza di rinnovamento civico”. Per FdI, DC, Forza Italia, Lista Messina, lista Sciacca 2022 e MPA. “l’adesione di Fabio Termine al Partito Democratico non può essere considerata un semplice “cambiamento” di appartenenza politica: si tratta, piuttosto, di una vera e propria sfida aperta nei confronti del deputato saccense Michele Catanzaro, capogruppo all’ARS del Partito Democratico. Questa mossa appare come l’inizio di una guerra interna al partito in un momento in cui, anche a livello regionale, il PD è attraversato da tensioni e divisioni”.

Cosa accadrà adesso?

Questo è l’interrogativo che i consiglieri comunali di opposizione, ma anche l’opinione pubblica cittadina, si pone. “Come intende il sindaco Fabio Termine amministrare la città in un contesto così instabile e conflittuale? La transizione da una lista civica al Partito Democratico non rappresenta solo un cambio di strategia politica, ma evidenzia una profonda incoerenza e un tradimento verso quei cittadini che avevano riposto fiducia in un progetto apparentemente basato su principi civici e indipendenti”, chiosa l’opposizione. Poi sferra un destro serrato: “La priorità del sindaco sembra essere orientata esclusivamente verso le sue ambizioni personali, a scapito di un programma di idee che lo aveva visto, in passato, in netto contrasto con il partito democratico di cui ora è tesserato. Questa decisione apre scenari incerti e preoccupanti per il futuro politico e amministrativo di Sciacca, con una maggioranza sempre più divisa e costretta a gestire un conflitto interno senza precedenti”. “il progetto politico di Fabio Termine è giunto al capolinea, e la città di Sciacca si trova di fronte a una nuova fase politica, segnata da conflitti, contraddizioni e sfide amministrative ancora tutte da affrontare che non sono più una priorità per il primo cittadino che guarda, con insistenza, al suo personale ed esclusivo futuro politico”, conclude l’opposizione.