OPERAZIONE “VELENO”, ANTONINO SCOZZARI LASCIA IL CARCERE PER I DOMICILIARI. AVANZATA RICHIESTA DI PATTEGGIAMENTO PER 4 ANNI E 2 MESI

La Procura della Repubblica chiude le indagini sull’operazione antidroga denominata “Veleno”

Il riberese Antonino Salvatore Scozzari, ventiquattrenne riberese, ha lasciato il carcere per i domiciliari ottenendo dal Riesame una attenuazione della misura ristrettiva. Intanto, il suo difensore, l’avvocato Antonino Tornambè, ha avanzato alla Procura la proposta di patteggiamento della pena in anni 4 e mesi 2 di carcere, con una ammenda pari a 7.000 euro.  Si attende che la Procura concordi sulla richiesta avanzata.

L’operazione antidroga “Veleno” si è conclusa lo scorso 16 luglio con un blitz imponente da parte dei carabinieri della Compagnia di Sciacca, coordinati dalla Procura della Repubblica.

A partecipare all’operazione furono anche i carabinieri del Comando di Palermo, Enna, Caltanissetta e Trapani. 53 le persone coinvolte: 36 provvedimenti di arresti, tra carcere e domiciliari, e 17 obblighi di dimora.

L’ipotesi di reato è di spaccio di stupefacenti in concorso. Le ordinanze sono state eseguite a Ribera, paese ritenuto l’epicentro dell’attività criminale, Sciacca e Palermo. Nell’operazione sono stati impiegati oltre 200 uomini dell’Arma e 65 automezzi, unità cinofile ed un elicottero.

Un lavoro certosino da parte della Tenenza di Ribera e della Stazione di Calamonaci e del Nucleo Operativo, oltre che dei carabinieri della PG della Procura.

Le indagini, come ha spiegò il procuratore della Repubblica, Enzo Pantaleo, nel corso della conferenza stampa convocata dopo poche ore dal blitz, scattò il 29 dicembre del 2011, dopo la morte per overdose della riberese Jessica Miceli. Investigatori e magistrati inquirenti hanno profuso lo sforzo per individuare il fornitore di sostanze stupefacenti alla Miceli. Fornitore individuato in Valerio Zinerco, riberese.

Da qui le investigazioni hanno aperto il ventaglio per raggiungere la filiera di spaccio e forniture. La droga veniva fornita da Palermo. Altri personaggi di spicco, secondo la Procura, sarebbero Gian Matteo Modicamore e Vincenzo Caico. A Palermo, la fornitura sarebbe stata garantita da Gaetano e Francesco Verdone (padre e figlio) e da Raffeele e Ignazio Messina. Ribera è un mercato che consuma circa 1 chilo di droga a settimana, ha precisato il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Riccardo Sciuto.

Il procuratore Pantaleo sottolineò la perseveranza nella lotta allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Lotta che si caratterizza per le numerose operazioni antidroga portate a termine, sia dai carabinieri che dalla polizia. Nel corso della retata notturna sono state sequestrati 11 mila euro e 7 kg di hashish. “Abbiamo colpito un buon livello di approvvigionamento e spaccio di droga”, ha rimarcato il Procuratore Pantaleo, “un livello in grado di soddisfare il mercato riberese e dei dintorni”.

L’ex comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Sciuto, dichiarò che  “l’operazione va inquadrata per gli effetti prodotti. Si è liberata Ribera da una cospicua parte di delinquenti che colpiva Ribera stessa”.

(Nella prima foto, Antonino Scozzari, imputato di spaccio di sostanze stupefacenti. Nella seconda foto il suo difensore, l’avvocato Antonino Tornambè)

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