OMICIDIO MARSALA, LA CONFESSIONE DI BONETTA
Carmelo Bonetta, 34 anni, che ha confessato l’omicidio di Nicoletta Indelicato, la ragazza di 24 anni uccisa a coltellate e poi bruciata sabato notte nelle campagne di Marsala, ha affermato che l’auto guidata da Margareta Buffa 29 anni si è fermata proprio nel luogo in cui ha, poi, commesso il delitto.
Il motivo? Perché in quel posto, lungo il margine della strada che costeggia contrada Sant’Onofrio c’è un’antica cappella abbandonata scavata nella roccia dove lui sapeva che si compiono riti satanici o messe nere. L’omicida lo ha dichiarato nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Riccardo Alcamo.
Davanti allo stesso magistrato, però, Margareta Buffa ha affermato che si sono fermati in quel luogo perché la sua auto ha avuto un «guasto». All’interno della cappella, in apparenza abbandonata da secoli, c’è un leggìo in metallo di recente realizzazione sul quale sono poggiati nove lumini di cera. Anche questi ultimi di recente fattura. E comunque non certo dell’epoca in cui la cappella è stata scavata nella grossa pietra, una sorta di monolite accanto al vialetto d’ingresso al vigneto nel quale è stato trovato il cadavere di Nicoletta.
Entro domani il gip dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di convalida dei due fermi. Intanto, alla luce delle dichiarazioni della Buffa, gli avvocati Natale Pietrafitta e Marcella Buttitta hanno immediatamente rinunciato al mandato difensivo, continuando ad assistere soltanto Bonetta.