NOSTRA INTERVISTA ALL’ASSESSORE AL TERRITORIO E AMBIENTE BENNY DI BETTA
Sebastiano Di Betta, per gli amici Benny, ha nel sangue la vena riberese. E’ un tecnico con un albo di famiglia di spessore politico. Lo abbiamo intervistato.
Assessore Di Betta, dopo molte soddisfazioni nel campo lavorativo, ecco che arrivano anche quelle in campo politico. Come e approdato in politica? Se l’aspettava?
Provengo da una famiglia di professionisti che dal dopoguerra in poi ha partecipato attivamente al dibattito politico. Mio nonno, Michele D’Amico, da componente dell’Assemblea Costituente e parlamentare nazionale, diede un contributo significativo alla ricostruzione della Sicilia in favore dei contadini agrigentini. Mio nonno paterno fu il fondatore del PSIUP in Sicilia, un uomo che dedicò tutta la sua vita alle battaglie politiche a difesa dei più deboli. Io, in verità, sino ad oggi mi sono solamente dedicato alla professione libera ed approdo alla politica in veste solo e esclusivamente di tecnico. Stiamo attraversando un momento veramente difficile ed ho ritenuto di dovere accettare la ipotesi di lavoro prospettatami dai leader nazionali del Terzo polo solamente nell’interesse della collettività e della mia terra, senza alcuna velleità di carattere politico.
Che attività professionale svolge?
Ho sempre esercitato la professione di avvocato e da circa sette anni ho studio sia a Roma che a Palermo. Negli anni molteplici sono state le esperienze che ho maturato nel settore legale a supporto di compagnie nazionali ed internazionali quotate in borsa.
Alla sua prima esperienza politica diretta, assessore al Territorio e Ambiente. Non si sente gravato da tanta responsabilità?
Sono perfettamente cosciente del ruolo e della funzione che espleto; non mi sento, tuttavia, gravato ma onorato di potere contribuire allo sviluppo della mia terra in un momento politico, economico e sociale così complesso. Certamente governare con poche risorse non è una cosa semplice ma sono certo che con il contributo della società civile e della struttura amministrativa che coordino sapremo trovare delle soluzioni.
Quali sono le principali funzioni esercitate dall’Assessorato che lei governa?
L’Assessorato Territorio ed Ambiente è quasi un Leviatano. Vi sono tre direzioni generali, due uffici speciali, una settantina di servizi e circa un centinaio di unità operative dislocate in tutta la Sicilia. Sostanzialmente governo il territorio e gran parte delle politiche di sviluppo, salvaguardia e monitoraggio dello stesso in tutta la Sicilia, chiaramente di concerto con gli altri assessorati regionali e sotto la regia del Presidente Lombardo. La mitigazione del rischio idrogeologico, porti turistici, mercantili e demanio marittimo, la gestione delle riserve naturali e dei parchi, la pianificazione territoriale dai Piani regolatori generali all’abusivismo edilizio, il controllo delle aree boscate e l’eventuale rimboschimento, il servizio antincendio, oltre che il supporto all’autorità giudiziaria per le indagini su reati ambientali dalle discariche abusive alle ecomafie .
Quali iniziative ha intrapreso per la difesa del suolo, la tutela delle coste ed il rischio idrogeologico?
Bella domanda! Dopo qualche settimana dal mio insediamento mi sono dovuto confrontare con il dramma di Saponara, Barcellona e degli altri 22 comuni del messinese colpiti dagli eventi calamitosi. Per evitare che al danno si aggiungesse la beffa ho, dunque, programmato tempestivamente gli ultimi 30 milioni di euro di fondi strutturali che si aggiungono ai circa 117 interventi di mitigazione e di messa in sicurezza impegnando complessivamente 200 milioni di euro. In materia di dissesto idrogeolico, tuttavia, le risorse a disposizione dell’amministrazione regionale non sono sufficienti in quanto le istanze avanzate dai Comuni della Sicilia sono circa 800, per una richiesta complessiva di circa un miliardo e seicento milioni di euro. Per quanto riguarda la tutela delle coste proprio la scorsa settimana ho dato disposizione agli uffici di predisporre provvedimenti per la difesa dei litorali di Roccella e di Cattolica Eraclea finanziando, rispettivamente per due milioni e un milione e 300 mila euro, interventi a contrasto dell’erosione delle spiagge e per il ripascimento degli arenili.
Assessore Di Betta, quali sono state le sue prime iniziative a tutela territorio e dell’ambiente, oltre agli interventi sul dissesto idrogeologico?
Ho predisposto il primo piano forestale in attuazione delle leggi regionali n.14 e n.16 del 2006. Il piano forestale regionale mi faciliterà nella programmazione degli interventi boschivi. Vorrei potere valorizzare i nostri boschi piantumando noci e pioppi così che tra dieci anni anche in Sicilia si possano creare delle cartiere o dei mobilifici. Stiamo predisponendo alcune norme in materia urbanistica, con il prezioso aiuto di alcuni luminari, al fine di ancorare la normativa regionale a quelli che sono i dettati della legislazione nazionale. Vorrei che la Sicilia facesse così un passo in avanti di almeno trent’anni! Tra qualche settimana sarà conclusa la ricognizione del patrimonio immobiliare demaniale, in possesso dell’assessorato al territorio, al fine di avviare una massiccia dismissione e valorizzazione dello stesso, ricorrendo all’istituto giuridico delle concessioni di valorizzazione trentennali. Le riserve naturali saranno finalmente dotate di servizi aggiuntivi; in proposito, sulla falsariga della legge Ronchey sto predisponendo una norma che consenta la valorizzazione delle aree protette e una loro migliore fruizione. Il prossimo anno potrò finalmente recarmi a Torre Salsa e visitare la riserva in bicicletta o a cavallo o risalire il Platani con una comoda canoa sorseggiando una fresca bibita, possibilmente acquistata nella caffetteria della riserva. Da quando mi sono insediato ho bandito alcune gare, utilizzando circa 45 milioni di euro di fondi strutturali, per l’aggiornamento e l’adeguamento tecnologico del sistema di radiocomunicazione del Corpo forestale nonché per la bonifica dall’amianto delle tre aree industriali a rischio ambientale di Siracusa, Gela e Valle del Mela.
Per concludere, il suo orientamento nei confronti delle energie rinnovabili ed in particolare nei confronti dell’eolico e del fotovoltaico? In linea con quella che è stata sino ad oggi la politica energetica sviluppata dal Presidente Lombardo anche il sottoscritto ritiene che bisogna assolutamente investire sulle energie rinnovabili ed a basso impatto ambientale. L’eolico, tuttavia, non penso sia la migliore strada da percorrere in quanto ad elevato impatto ambientale e paesaggistico.