EDITORIALE

Non ci accontentiamo di una telefonata a guisa di intervista per convincerci. Riteniamo che sulla “dismissione delle Terme” bisogna fare chiarezza. Riteniamo che il Consiglio comunale di Sciacca sia un luogo istituzionale di primario livello per discutere il futuro delle Terme, risorsa della collettività saccense. L’assessore al Bilancio, Gaetano Armao, è un amministrativista di grido, serio e professionalmente di elevata caratura. Ma non ci convincono talune sue affermazioni. Egli, nella giunta Lombardo, è un tecnico e fa il suo mestiere. Nella fattispecie, per la delega assunta, ha il dovere di tagliare i costi e risanare il bilancio della Regione. Ma questa operazione di taglio e cucito non può passare sulla testa dei saccensi, tenuti nel più rigoroso silenzio sul percorso che si sta seguendo.

L’assessore Armao ha parlato di “affidamento delle strutture termali a terzi, dietro corresponsione di un canone”. Ebbene, a noi questa semplificazione non garba, non convince. Ci rivolgiamo all’assessore Armao invitandolo a riflettere che “NON SI VIVE DI SOLO CANONE”. All’assessore Armao certamente sfugge il passato già vissuto con tale esperienza. Ribadiamo, basta ripercorrere a ritroso qualche decennio e scoprire come questa esperienza sia già stata vissuta con esiti devastanti. Le quattro società che hanno avuto in gestione l’albergo delle Terme hanno dipinto quadri oscuri e negativi. Hanno gestito, hanno incassato le entrate, sono fallite e non hanno pagato i canoni. Inoltre, i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono stati a carico della Regione. Ma non è questo che ci preoccupa, o meglio, non solo questo. Le Terme hanno nella città di Sciacca e nel territorio una tradizione che non può essere sottovalutata, o collocata solamente e brutalmente nella mera contabilità a partita doppia. Non è possibile, né politicamente corretto, procedere sul solco della dismissione della principale risorsa economica del territorio, senza che la collettività, la sua classe politica e dirigente, abbia contezza. E’ per tale motivo che chiediamo al Presidente della Regione e all’Assessore al Bilancio di onorare la tradizione della città di Sciacca con la loro presenza all’interno dell’istituzione del Consiglio comunale, espressione della sovranità popolare.

Del resto, siamo fortemente convinti che il cammino della trasparenza, della chiarezza, siano elementi che non possono essere “velati”, e che spiegare alla Città di Sciacca e ai saccensi qual è il preciso percorso che si sta compiendo sia un atto indispensabile per rinvigorire, nell’opinione pubblica, quella fiducia nei confronti della politica; fiducia che appare, invece, sempre più tenue e sottile. La città ha sete di sapere quale sia esattamente:

      • La base su cui si sta edificando la “dismissione” termale

      • Il ruolo del Comune di Sciacca nell’edificando assetto

      • Le condizioni poste ai terzi a garanzia di una risorsa che è il bene comune della collettività

      • Le caratteristiche societarie, la solidità finanziaria, la caratura dei partecipanti al bando di affidamento

      • Il coinvolgimento della collettività nel futuro sviluppo delle terme

L’ipotesi delle condizioni finanziarie dell’affidamento Interessa anche sapere se esistono già contatti con gruppi imprenditoriali, magari di orizzonti asiatici, interessati all’investimento. Sapere il livello di contatti, se esistono, ed eventualmente, quando sono avvenuti e a che punto sono le eventuali trattative.

Sono domande semplici, alle quali la politica regionale ha il dovere di fare chiarezza. E siccome Sciacca è una bella città, è il terzo polo turistico della Sicilia, gradiremmo una visita istituzionale nel civico consesso del Presidente della Regione e dell’Assessore al Bilancio. Del resto, se Peppe Nappa è andato alla Corte del Palazzo D’Orleans, che la Corte venga a Palazzo dei Gesuiti. Una visita di cortesia può essere ricambiata.

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