“NON FU CADUTA ACCIDENTALE”. FIGLIA CHIEDE LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI

“Chiedo che le indagini vengano riaperte al più presto – ha detto alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto” Maria Noto, che oggi vive fuori dalla Sicilia – perché la caduta accidentale non poteva causare tanti danni al cranio fracassato, come attestano i medici dell’ospedale Villa Sofia, che hanno tentato di salvarlo, senza però riuscirci. Non mi arrendo, voglio la verità e chiedo che dei testimoni dell’accaduto si facciano avanti perché mio padre è stato investito pare da un’autovettura che ha spezzato la forcella e le ruote della bicicletta. In serata la bici sarebbe stata portata via da due donne scese da una Mercedes grigia, forse per occultare le prove”.

E’ questo l’appello rivolta dalla figlia di Giuseppe Noto, l’uomo di 60 anni che morì perché investito presumibilmente da un auto mentre era sulla bicicletta in via Canova. Il fatto accadde a Ribera, il 21 settembre 2013, all’incrocio tra via Canova e Quasimodo. Erano le  alle 16,45, quando Giuseppe Noto venne trovatoa terra, davanti ad un supermercato, quasi esanime. La corsa in ospedale, il trasferimento a Villa Sofia Poiu, dopo 5 giorni,il decesso.

 


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