“NON E’ LA SOLUZIONE PIU’ RAPIDA E MENO COSTOSA”. LETTERA DI UN LETTORE SULLA VICENDA DEL PONTE VERDURA CROLLATO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di un nostro lettore.

 

Egregio Direttore, ho letto e condiviso pienamente il Suo editoriale circa le scelte demenziali e per nulla tempestive che i burosauri dell’Anas e la politica dell’inconcludenza e dell’incapacità hanno intenzione di assumere per risolvere il problema del crollo.

Io non sono interessato alla percorrenza di quel tratto di strada eppure, come qualunque uomo della strada, sin da sabato scorso ho pensato, con un minimo di buon senso e raziocinio, che la soluzione tempestiva ed immediata ( poche decine di ore) fosse la realizzazione di una struttura da parte del Genio militare ed invece, a quanto sembra, i burosauri ed “esperti” di cui sopra stanno per partorire dalle loro fulgide menti una soluzione che di tempestivo e di razionale non ha nulla.

Ma forse la spiegazione c’è e, seppure a pensare male si farà peccato, spesso ci si azzecca. Temo che la soluzione che gli “esperti ” stanno ricercando non sia quella più rapida ed economica bensì quella più lunga ma più redditizia seppure più dispendiosa per le tasche dei contribuenti, con buona pace dei disagi e delle legittime proteste di migliaia di cittadini sia pendolari che residenti nei comuni interessati.

Qualcuno ricordi ai burosauri dell’Anas che, come sicuramente avranno studiato alle scuole elementari, il re persiano Serse, figlio di Dario il Grande, 2400 anni fa attraversò con il suo esercito lo stretto dei Dardanelli ( il Bosforo) costruendo due ponti di barche che univano la Turchia alla Grecia!

Spero che questa storia non tanto del crollo (sarà la magistratura ad accertare eventuali profili di responsabilità) quanto del trovare una rapida soluzione che, da barzelletta si sta lentamente ma inesorabilmente trasformando in una vicenda kafkiana, si risolva al più presto, essendo sufficiente mettere semplicemente in moto il cervello ai diversi livelli, dai responsabili dell’ordine e della sicurezza pubblica ai gestori pubblici delle nostre strade statali che sarebbe più esatto definire “trazzere”, eredità di una secolare politica impastata di stupida ed ingessata burocrazia che ci costringe a vivere nel bisogno e, quindi, a votare le solite facce la cui unica capacità è quella di perpetuare il nostro stato di bisogno mentre noi, ingenuamente, continuiamo a sceglierli pensando, a torto, che siano migliori di noi ma di cui, in occasioni come questa, ci rendiamo perfettamente conto che questi mestieranti non ce li meritiamo affatto.

Con stima, Giuseppe Ferina, cittadino.

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