Non ci fu favoreggiamento, assolto in appello il fruttivendolo Massimiliano Mandracchia

Era accusato di favoreggiamento per aver messo a disposizione il suo telefono al boss saccense Accursio Dimino. In primo grado era stato condannato

SCIACCA- La Corte di Appello di Palermo accoglie la tesi difensiva degli avvocati di Massimiliano Mandracchia, 50enne di Sciacca, e ribalda con l’assoluzione, per non aver commesso il fatto, la sentenza di condanna in primo grado a 3 anni e 6 mesi. L’accusa per Mandracchia era pesante: favoreggiamento alla associazione mafiosa della famiglia di Sciacca. Era stato arrestato nel Blitz “Passepartout” che aveva visto coinvolti, tra gli altri, Nicosia e Dimino ed era stato per una settimana in carcere e, dopo l’interrogatorio di garanzia, due anni ai domiciliari. Massimiliano Mandracchia era accusato di avere favorito i contatti telefonici tra Accursio Dimino, di 65 anni, di Sciacca, e un presunto boss della mafia americana, anch’egli saccense che vive in America. Dimino e Nicosia, giudicati in rito abbreviato, sono stati condannati rispettivamente, per associazione mafiosa, a 17 anni il primo e 16 anni e otto mesi di reclusione il secondo. Stessa sorte anche per altri soggetti arrestati nella stessa operazione. La difesa di Mandracchia con gli avvocati Antonello Palagonia e Calogero Lanzarone, invece, avevano sempre sostenuto che il loro assistito fosse completamente estraneo ai fatti contestati e per questo motivo avevano deciso di affrontare il giudizio ordinario anziché optare per il giudizio abbreviato come tutti gli altri soggetti coinvolti nell’operazione antimafia. I legali Palagonia e Lanzarone con indagini difensive, esami di testi e produzione documentale hanno dato prova che il Mandracchia si era prestato a fare da tramite tra i due soggetti senza essere a conoscenza del contenuto delle comunicazioni. In particolare, hanno dato prova che aveva saltuariamente messo a disposizione il proprio cellulare perché quello di Dimino era di vecchia generazione e non consentiva di effettuare le chiamate in America con whatsapp. Ed ancora, che egli sapeva soltanto della ricerca di un lavoro in America del Dimino.
Mandracchia era accusato anche di avere veicolato un “pizzino”, proveniente dall’America, consegnandolo a Dimino. Il tutto ripreso da una telecamera piazzata durante le indagini che inquadrava anche l’area del negozio di frutta di Mandracchia. La difesa, con gli avvocati Palagonia e Lanzarone, aveva dimostrato che nessun pizzino era stato passato e/o consegnato dal Mandracchia.

Nella foto, l’avvocato Antonello Palagonia