No alla manovra finanziaria, domani a Palermo sciopero di Cgil e Uil
SCIACCA. Ci sarà anche la Camera del Lavoro di Sciacca domani a Palermo alla manifestazione nazionale indetta da Cgil e Uil che scenderanno in alcune piazze d’Italia per contestare la manovra finanziaria del governo centrale.
Palermo è una delle città dove scenderanno in piazza disoccupati, precari, lavoratori in nero, pensionati e tanti appartenenti al ceto medio che sono stati trascurati dalla legge finanziaria del prossimo anno. Cgil e Uil contestano innanzitutto la riforma fiscale che riduce a quattro le aliquote Irpef e che addirittura nel prossimo futuro si vorrebbero ridurre a tre, calpestando la progressività contributiva contemplata nella Costituzione e in base alla quale chi ha di più paga di più. Lo sciopero di domani per Cgil e Uil è necessario anche alla luce di una crescita del PIL in Italia, stimata in 6,3 punti percentuali, con oltre cento miliardi di ricchezza in più prodotta senza che però ne abbiano beneficiato l’occupazione, i precari, i lavoratori a tempo determinato, le retribuzioni dei lavoratori nonostante siano stati proprio i lavoratori a produrre quella crescita.
“L’esempio più eclatante – scrive il segretario della Camera del Lavoro di Sciacca Franco Zammuto – sono i commessi che lavorano nella grande distribuzione e che sono sempre stati nel posto di lavoro anche nei periodi più duri della pandemia. Se è vero che gli eroi del Covid 19 sono gli operatori della sanità- aggiunge – è altrettanto vero che i commessi non sono stati considerati neanche eroi “poveri” e non hanno visto nè toccato alcun beneficio. Per queste ragioni la Camera del Lavoro di Sciacca, che ogni giorno si misura con i problemi delle categorie più fragili e bisognose, ritiene che la partecipazione allo sciopero di domani sia necessaria”.
“Bisogna partecipare – continua Zammuto – per inviare un segnale al Governo nazionale e per indurlo a non lasciarsi condizionare da quella componente della stessa maggioranza che tutto chiede tranne che la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e che a tutto pensa tranne che a mettere in atto politiche di redistribuzione del reddito che consentano di ridare la dignità dovuta a lavoratori e pensionati che vivono in povertà, ricostruendo così anche quella classe media totalmente scomparsa e che invece, rinvigorita, rappresenterebbe il vero volano della ripresa economica e la sola capace di dare dinamicità al mercato interno che stenta a decollare”.