Nenè Mangiacavallo: “Pumilia ha dato tanto lustro alla Fondazione Orestiadi di Gibellina”. C’è una sub cultura che spinge il territorio in un sonoro fallimento
“E’ successo anche a me da presidente del Comitato Organizzatore di “Agrigento 2025” di assistere, sgomento deluso e preoccupato, all’uccisione nella culla di una meravigliosa creatura, “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”
RIBERA- “Avverto il dovere di esprimere all’amico, illuminato intellettuale ed uomo di elevate doti morali e professionali, prima che al Presidente dimissionario, i sensi della mia incondizionata stima, unitamente a sentimenti di solidarietà e comprensione per la non usuale decisione assunta”. Lo dichiara l’ex sottosegretario alla Sanità ed ex presidente del Consorzio Universitario agrigentino Neneè Mangiacavallo.
“Non è un caso quello che oggi coinvolge Lillo Pumilia e la Fondazione Orestiadi. Non è un caso che un’importante opportunità per un vastissimo territorio rischi di trasformarsi in un sonoro fallimento.
E’ successo anche a me da presidente del Comitato Organizzatore di “Agrigento 2025” di assistere, sgomento deluso e preoccupato, all’uccisione nella culla di una meravigliosa creatura, “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025″ che, insieme ad alcuni, volenterosi e disinteressati, avevamo consegnato ad Agrigento ed alla Sicilia nel lontano 31 marzo del 2023, cioè quasi due anni fa”, aggiunge Mangiacavallo.
Amaro lo sfogo: “Avevamo lavorato con entusiasmo, tenacia e quotidiano impegno, nonché, consentitemi, con competenza; avevamo coinvolto tutti i Comuni della provincia, enti pubblici e privati, organizzazioni di categoria, forze sociali ed industriali, studenti e l’Università degli Studi, la Curia Vescovile e molti intellettuali agrigentini ottenendo quel risultato che gli attuali “gestori di Agrigento 2025″ snobbavano con aria di sufficienza e di distacco, definendoci visionari e sognatori. Ancora oggi sono lieto, con gli amici con i quali abbiamo condiviso l’impegno, di avere inseguito un sogno, perché siamo stati capaci di trasformarlo in concreta realtà ed in una storica opportunità per questa provincia , che lasciava presagire importanti risultati non solo sul fronte culturale, ma anche turistico, economico, imprenditoriale, occupazionale, infrastrutturale e della coesione sociale. Peccato che quel sogno qualcuno lo abbia trasformato in un incubo dal quale probabilmente non ci si potrà facilmente liberare. Peccato ! Nonostante abbia preso atto di essere incompatibile con l’ecosistema politico amministrativo agrigentino, voglio ancora sperare che ci possa essere qualche altra occasione di sviluppo e valorizzazione per questa terra meravigliosa”