Nel rimpasto della giunta Termine, la vittima sacrificale è Salvatore Mannino
La giunta Termine entra ai box per l’ennesima volta in due anni. Il “tagliando” stavolta vede il “sacrificio” di Salvatore Mannino a beneficio di Alessandro Curreri
SCIACCA- Alla Festa dell’Amicizia svoltasi a Ribera, il sindaco di Sciacca Fabio Termine- a guida della giunta di sinistra- apre il cuore al presidente della Regione Renato Schifani e poco ci vuole che lo eleva a miglior presidente che la Regione siciliana abbia avuto. Ma tornando a Sciacca, il sindaco Termine ha tante gatte da pelare. Soprattutto con il socio Pd con il quale il matrimonio elettorale segna venti di crisi. Termine è alle prese non solo con il suo movimento Mizzica, che si rimpicciolisce come quando si sbaglia a fare il bucato. Non solo con il Pd, ma anche con una questione di etica politica. L’assessore Salvatore Mannino è in uscita. E non è stato Mannino a preparare le valigie. E’ lo stesso sindaco ad adempiere a tale compito, come una esperiente governante. Eppure, Salvatore Mannino è stato nominato in quota personale del sindaco, un atto di “amicizia”, di fiducia. Ma la storia docet, basta ricordare la delusione di Casare morente, tu quoque, Brute, fili mi. E mentre Alessandro Curreri già si sente assessore, Mannino percepisce aria di ex. Già poiché al suo posto “deve” entrare Alessandro Curreri, al quale l’aria di Pisa è diventata pesante. Salvatore Mannino si lanciò come candidato sindaco. Poi fece un passo indietro spinto anche da Termine. Non si volle candidare al Consiglio comunale, motivo per cui oggi si ritrova senza paracadute. Lasciata la poltrona di assessore, esce dal palazzo di Città. Non entriamo nel merito del lavoro svolto da Mannino come assessore. Ma, sinceramente, siamo esterrefatti della facilità con cui il sindaco lo liquida. Il brand Mannino merita una considerazione che, in verità, viene assai sminuita dal sindaco.
L’ennesimo ricambio in giunta nel giro di due anni consolida una tradizione propria del centrosinistra. Adesso solo sinistra poiché di centro non è rimasto nulla. La generazione “giovane” non dimostra di spezzare con il “vecchio”. Giochi di equilibri, assestamenti, mire egemoniche, non passano mai di moda. Lo scontro politico Pd-Mizzica è forte, nonostante si tenta di minimizzare. Curreri oggi aspettava la nomina, ma crediamo che si arrivi al Consiglio comunale di mercoledì senza nulla di fatto e con Certa che resta ancora congelato.