Nel Recovery Plan 20 miliardi alla Sicilia. Il Ponte non c’è, si all’alta velocità Palermo, Messina e Catania

SICILIA. Nelle 125 pagine della bozza del Recovery plan la parola “ponte”, sulle Stretto di Messina non c’è. Ci sono l’alta velocità ferroviaria, un auditorium a Palermo, piccole centrali elettriche per le isole minori siciliane,

Un auditorium a Palermo. Si pensa a un auditorium all’interno dell’ex Manifattura tabacchi di Palermo, mentre per agevolare le imprese ci sarà il potenziamento delle due Zone economiche speciali siciliane ( quella occidentale, che include parte del territorio del capoluogo e Trapani, e quella orientale, che ingloba Messina, Enna, Siracusa e una porzione di Catania) e per ridurre il divario sociale saranno realizzati asili e nidi in maniera capillare in tutta l’Isola.
Più binari. Sul fronte infrastrutturale, il principale intervento sarà l’alta velocità ferroviaria fra Palermo, Messina e Catania. Nel triangolo fra le tre città principali dell’Isola, lungo 318,6 chilometri, un progetto da 6,8 miliardi permetterà ai treni di raggiungere i 160 chilometri orari, con picchi di 200 in alcune tratte. Nessun cenno all’immaginifico aeroporto intercontinentale che il governo Musumeci pensa sia necessario realizzare a Milazzo né alla funivia Alcantara- Etna.

Isole minori. Ci sono 38 sistemi Iswec . Si tratta di centraline che ricavano energia dalle onde del mare, risolvendo così il problema dell’approvvigionamento elettrico e dell’impatto ambientale.
Pil in Sicilia.  Il Governo Conte vede rosa e il Prodotto interno lordo dell’Isola, secondo la proiezione della bozza, aggiungerà un 4,67% per il 2021,  un 5,35% per il 2022 e un 5,74% per il 2023, con una performance che supera di gran lunga la media italiana e anche tutte le altre regioni. Consistente anche il recupero previsto in termini occupazionali: l’accelerazione ipotizzata è del 3,2% nel 2021, del 3,8 nel 2022 e del 4,1 nel 2023. La Regione, però, chiede invece investimenti ancora più consistenti: « Il Recovery plan – dice l’assessore all’Economia, Gaetano Armao – è un’occasione unica per riequilibrare il divario fra nord e sud. Al Mezzogiorno serve molto di più del 34% delle risorse: questa è l’ultima chance per fare ripartire il Meridione ».