Nel 2021 l’80% dei siciliani non ha mai aperto un libro

SICILIA- L’Isola che non legge. Non è un titolo di un libro ma la triste realtà culturale della nostra Sicilia. La maggioranza dei siciliani non ricorda neppure l’ultimo libro che ha letto, semplicemente perché è passato troppo tempo da quando lo ha fatto. È lo scenario disegnato qualche giorno fa dall’Istat nel report “Produzione e lettura di libri in Italia”, che tira le somme del 2021 e confina l’Isola all’ultimo posto della classifica dei lettori.

La Sicilia legge meno del resto d’Italia. Circa quattro milioni di siciliani non hanno aperto un libro nel 2021, se non per motivi di studio o professionali. Chi è andato controtendenza è stato solo il 27,4 per cento, meno delle altre regioni che viaggiano su una media del 40,8 per cento.

In termini assoluti, la platea di lettori è costituita da poco più di un milione di abitanti, un record negativo aggravato dal numero di “lettori deboli”: un lettore su due non ha letto più di un libro ogni quattro mesi, mentre i grandi lettori che sul comodino hanno un libro diverso ogni mese sono meno di uno su dieci.

Resistono i libri cartacei a cui si affidano 855mila siciliani: il 66 per cento dei lettori non rinuncia al piacere di sfogliare le pagine di carta. La sorpresa, però, sono gli e-book che in Sicilia piacciono sempre di più. Tra chi ha letto almeno un libro nel 2021, il 16,4 per cento lo ha fatto esclusivamente attraverso uno schermo. In duecentodiecimila hanno abbandonato il cartaceo, preferendogli e-book e letture on line.

La narrativa resta al centro delle preferenze dei siciliani, ma scalano posizioni in classifica anche la saggistica e la letteratura tematica. Si legge di più a Palermo e a Catania che nei paesi dell’entroterra, dove spesso mancano sugli scaffali i titoli richiesti se non addirittura le librerie.

Nell’Isola al primo posto in Italia per numero di analfabeti, tasso di dispersione scolastica e rischio povertà, il declino della lettura non è un caso. È un corollario. Un siciliano su cinque abbandona gli studi, in 300mila non sanno né leggere né scrivere o ci riescono a stento, a rischio povertà sono il 6 per cento degli abitanti dell’Isola.